DAVIDE DANTI (27.2.1938 - 4.8.2011
nel ricordo di PARDO FORNACIARI
Quando un amico s'addormenta e parte,
tenero lascia di sé solo il ricordo
di canti, e discussioni interminabili
sull'avvenire dell'umanità
Un amico fraterno, tra i pochissimi che avevo saputo conservare. Un artista, un intellettuale di levatura sovranazionale. Un compagno trozkista, un sodale di canzonacce e considerazioni non precisamente cattoliche... Un pezzo di me. Non c'è più, ed io ne sono, francamente, spezzettato.
Milanese del 1938 (con origini toscane, neanche tanto lontane) Pittore e Grafico talentuoso, uomo di cultura a tutto tondo ha regalato, per tutta la sua vita, alla causa della difesa degli oppressi l’arte che sapeva creare
Inizia a lavorare al "Corriere della sera", quindi nel 1963 passa alla Mondadori, da dove se ne va dopo aver difeso un picchetto di sciopero dalla carica di un’auto. Si mette in proprio come vignettista e illustratore ("Corriere medico", "Linus", "Tempo illustrato”...), muralista (nella Sala congressi della Provincia di Milano, "La rivolta di Milano, 1848"; nella sede dell'Associazione panificatori di Milano, "L'offerta del pane alla corte di Bisanzio"; nella sede della Croce Bianca di Codiponte, "Florence Nightingale”). Traduce saggi da spagnolo francese ed inglese (per Mimesis, Jaca Book, Marco Tropea tra gli altri); tiene corsi di grafica a Maputo (Mozambico) ; con Daniele Segre fonda la cooperativa “I Cammelli”, che si occupava tra l'altro di realizzare film e documentari. Collabora col giornale di strada Come con illustrazioni e traduzioni, producendo anche una collana di libri illustrati di fiabe di tutto il mondo.
Si insedia a Casola in Lunigiana, contribuendo con la sua compagna Pina Sardella alle attività culturali del posto; scompare a Pisa il quattro agosto del 2011.
A lui è stata intitolata la rassegna di canto popolare “Il Cantadanti” che si tiene proprio a Casola ogni anno nella prima settimana di agosto.
PINA SARDELLA
Nasce a Bivona, in provincia di Agrigento, il 2 novembre 1939. La famiglia emigra a Torino nei primi anni ’50, dove Pina ha compiuto gli studi medi e superiori, divenendo maestra. Poi, a Milano, docente di lettere all’ITSOS; sindacalista della CGIL-scuola, fondatrice dei Centri Rousseau, militante di spicco della Quarta Internazionale, dirigente dell’ICEI e dell’Associazione Italiana Turismo Responsabile (AITR). Autrice di vari testi (per Mimesis, l’Harmattan, ICEIGEO), è scomparsa il 29 giugno 2019.
Nel ricordo di VINCENZO MAZZEO
Oggi abbiamo accompagnato nel suo ultimo viaggio, Pina.
Per tutti noi "milanesi" e per gli abitanti dei borghi di quest'angolo della Lunigiana é stata una figura importante.
Nel mio breve saluto prima della sua inumazione, vicino al suo amatissimo Davide, ho tentato di racchiudere nell'ossimoro " combattente gentile" l'immensità di questo scricciolo di donna.
Ho utilizzato quest’ossimoro per sottolineare la capacità di Pina di sostenere le sue argomentazioni e nello stesso tempo ascoltare quelle del suo interlocutore senza mai alzare i toni della sua melodiosa voce, spiegando e rispiegando i suoi concetti, ma pronta a sostenere gli argomenti degli altri nel caso che la convincessero.
In una realtà, la nostra, dove giorno dopo giorno assistiamo a sguaiatezze e grida "belluine" lei riusciva sempre non soltanto ad analizzarle e sintetizzarle, ma anche a spiegarle e avere la capacità, nel darne un significato politico in termini progressisti.
Ricordo le serate, a casa sua, e davanti all'immancabile spezzatino in mio onore nelle serate estive, dove prima dell' imbrunire nella stretta via del Tassonaro si rincorrevano le rondini e poi al sopraggiungere della notte intravedevamo il volo silenzioso dei "papastrei" (pipistrelli) e infine nella via del Carmine andavamo ad ascoltare il lugubre verso di un barbagianni nascosto nel campanile della vecchia chiesa.
Ricordo anche, che quando il suo amatissimo Davide strimpellava la chitarra insieme all' inseparabile Pardo, amava molto le canzoni d'amore in lingua francese, ma quando i due lestofanti incominciavano a cantare canzonacce, Pina inarcava le sue sottilissime sopracciglia e richiamava all'ordine i due birboncelli.
Schegge di ricordi di tempi lontani, apparentemente banali, ma che Pina riusciva a trasformare in momenti di riflessione per tutti noi.
Ricordo ancora, quando Pina in tutte le occasioni che tornava da Milano in questo borgo, andava a "rassettare" la tomba del suo amatissimo Davide e poi si sedeva sul muretto accanto a leggere un libro.
Le prime volte non capivo questo " rito" di una persona dichiaratamente " non credente" che riordinava e leggeva un libro davanti a una lastra di marmo.
Alla fine ho capito, che quello che io ritenevo un " rito" privo di valori, rappresentava la sua " sicilianità" che gli era rimasta "dentro" anche se era emigrata da quando aveva sei anni, prima a Torino e poi a Milano.
Infine, ricordo il sorriso di complicità tra lei e Davide, quando io e mia moglie Maria abbiamo deciso di comprare casa e stabilirci in questo comune, da sempre, loro avevano sostenuto che noi due eravamo " degni" insieme ad altri selezionati compagni e compagne di vivere in questo borgo.
Un borgo, Casola in Lunigiana, che ci hanno fatto conoscere palmo a palmo, e di questo glie ne saremo sempre riconoscente.
Ora Pina ha " raggiunto" il suo Davide ma non sono spariti . Restano nelle pietre, nei monti, nei colori delle piante e dei fiori che inseguono le quattro stagioni e che parlano continuamente di queste due persone che si sono amate e che hanno amato tutti noi.
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