PIAZZA MARINO, IL POETA CONTADINO”
Così amava presentarsi quando dava inizio al suo treppo, (cioè i passanti radunati in cerchio) solitamente accompagnato dal clarinetto o dall’ocarina, nelle piazze romagnole dove lo attendeva il suo affezionatissimo e caloroso pubblico. L'esordio metteva subito di buon umore la gente che si accalcava per ascoltarlo, con quel cappello a bombetta sulle “ventitrè”, che abilmente muoveva con la fronte, con quel gilet scuro ornato da grandi e colorate note musicali. In Italia Settentrionale, senza alcun dubbio, fu uno dei più conosciuti cantastorie attivi nel secolo scorso. Marino nasce a Bazzano (BO) nel 1909 da una famiglia contadina in grandi ristrettezze economiche. Sua madre, vedova con tre figli giovanissimi, lo manda a fare il garzone da un contadino. Il mestiere però non lo soddisfa e la sua aspirazione, fin da ragazzo, era quella di fare il cantastorie. Lo ispirano quegli artisti popolari che vede nei mercati e nelle fiere dei dintorni, a cominciare dal poeta popolare modenese Emilio Uguzzoni, detto “Sirudèla” o “Poeta della Verità”. A sedici anni scrive la sua prima zirudella, tradizionale componimento in rima tipico dell'Emilia Romagna, che i cantastorie e i poeti popolari declamavano nelle piazze. Al mercato di Bazzano un giorno chiede il permesso a un cantastorie che si sta esibendo di poterla recitare, ottenendo un grande successo che lo spinge a continuare. Si accorda con il contadino nel cui podere lavora e inizia a frequentare le piazze dividendo a metà con lui gli introiti. Dopo il trasferimento con la famiglia nelle vicinanze di Castelfranco Emilia disdice il “contratto” e si mette in proprio iniziando la produzione a stampa dei suoi versi dialettali che vende nei mercati al suo uditorio. Studia il clarino e fa coppia, per qualche tempo, con il fratello Piero, virtuoso della fisarmonica, che poi inizierà a suonare in un’orchestra da ballo. La tecnica d’intrattenimento di Marino, improvvisando in rima baciata, lo rende celebre al pari della recita delle sue “zirudelle”, per le quali trae ispirazione dalle più diverse situazioni, dalla cronaca umoristica alle storie boccaccesche, dai piccoli avvenimenti di paese ai fatterelli che circolano di bocca in bocca.
Con il trascorrere degli
anni compone diverse centinaia di testi ampliando il suo repertorio alle canzoni, alla cronaca nera, alla satira sociale e politica.
Dai primi mercati che raggiunge in bicicletta si indirizza in seguito, favorito
anche dal suo trasferimento a Borgo Panigale nei pressi di Bologna, alle frequentazioni di fiere e mercati emiliani, romagnoli e marchigiani. Si
esibisce con diversi colleghi, tra i quali Adelmo Boldrini, Lorenzo De Antiquis, Antonio Scandellari, Vincenzo Magnifico (“Bobi”), Mario Bruzzi detto il “barone” e Giuseppe Dian. È
tra i fondatori, nel 1947, dell'Associazione
Italiana Cantastorie A.I.CA. Inizia anche a fare l’editore dei suoi testi e di altri cantastorie curando la stampa di
un numero rilevante di fogli volanti, opuscoli e canzonieri. Le difficoltà del mestiere lo inducono, negli anni ’60, a trasformarsi in venditore ambulante e a modificare l’attività
tradizionale scegliendo di esibirsi sul palcoscenico in occasione di feste popolari, sagre e manifestazioni culturali. Sua è l’ideazione del gruppo Gli Allegri Cantastorie, con Antonio
Scandellari, Adelmo e Dina Boldrini, Gianni Molinari. In quegli stessi anni si indirizza anche alla produzione di dischi fondando la casa discografica Italvox.
Nel 1970 viene premiato con il titolo di “Trovatore d’Italia”, il massimo riconoscimento riservato ai cantastorie.
Fino a pochi anni dalla sua scomparsa, avvenuta nel 1993, ha continuato a
condurre, con il figlio Alessandro, una appassionata e frenetica attività, con la sua bancarella, ai mercati
emiliani e romagnoli vendendo oggetti vari (chincaglieria, lame da barba, cinture ecc.) insieme alla sua più recente produzione, incisa su dischi e musicassette o stampata su libretti e lunari.
Ripercorrendo le orme paterne l’altro figlio, Giuliano, ha continuato con grande successo la tradizione del cantastorie esibendosi nelle fiere e nelle sagre, prima fra tutti la Sagra
Nazionale dei Cantastorie a Santarcangelo di Romagna, dove lo abbiamo conosciuto, insieme a Dina Boldrini e Gianni Molinari nella nuova formazione del gruppo Gli allegri cantastorie. La rivista Il Cantastorie nel corso degli anni ha dedicato a Marino Piazza diversi
articoli e pubblicato i suoi canzonieri. Nel 2014 in
memoria di Marino, il Comune di
Bologna ha intitolato una targa, in Piazza VIII Agosto, opera dello scultore bolognese Franco
Armieri, che riproduce l’artista e riporta un semplice ma incisivo epitaffio:
Piazza
Marino poeta contadino Cantastorie 1909-1993
animò il mercato della Piazzola.
G. P. BORGHI – G. VEZZANI C’era una volta un” treppo” VOL. I Forni editore
G.P. BORGHI – G. VEZZANI Ascoltate in silenzio la storia Maggioli Editore
IL CANTASTORIE Rivista di Tradizioni Popolari
G.PIAZZA -P. ALBERTINI – G.P.BORGHI – G.MOLINARI
Piazza Marino poeta contadino Calderini Edizioni Bologna 1995
GLI ALLEGRI CANTASTORIE Marino Piazza Dina Boldrini, Gianni Molinari
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