Ballata “Maria Occhipinti ferma ogni guerra” Testo di Tiziana Oppizzi musica di Mauro Geraci
In Sicilia tra la fine di novembre e i primi di dicembre del 1944 cominciarono ad arrivare le cartoline precetto che ordinavano ai giovani dai venti ai trent’anni di presentarsi ai distretti per l’arruolamento nel ricostituendo Regio Esercito. Siamo nel periodo successivo allo sbarco degli Alleati del luglio 1943 e il ritorno a casa di molti uomini dopo l’8 settembre. Nell’ottobre 1944 fu compiuta a Palermo la strage di “via Maqueda”, dove la fanteria sabauda aprì il fuoco su una folla inerme che protestava per il pane. Anche nel resto della Sicilia nacque un forte movimento per il pane e contro la coscrizione obbligatoria. Nel gennaio ’45 iniziarono i rastrellamenti di massa di giovani per l’arruolamento forzato nel ricostituendo Regio Esercito Italiano.
Maria Occhipinti all’epoca ha ventitré anni, è incinta di cinque mesi e vive con il marito, i genitori, le sorelle nel quartiere dei ‘Mastricarretti’, la zona più popolare di Ragusa. Così racconta i fatti:” Ci avvicinammo agli sbirri, che erano armati, cercando di persuaderli: Lasciate i nostri figli, per carità lasciateli! Qualcuna tentava di disarmarli o s’inginocchiava per commuoverli. Dei giovani piangevano, altri avevano nello sguardo lampi d’odio. Ma i poliziotti erano impassibili, il camion riprendeva la sua marcia lenta e inesorabile. Allora urlai: Lasciateli! E mi stesi supina davanti alle ruote del camion...”1
Maria per questo suo gesto, imitato dalle compagne, venne condannata al confino ad Ustica, dove le nasce la bambina. In seguito fu trasferita con la piccola al carcere delle Benedettine a Palermo e liberata in seguito nel dopoguerra. Dalla sua vicenda a da questo suo atto di ribellione scaturì il movimento “Non si Parte” che investì la Sicilia e il Sud Italia come spontaneo esempio di rifiuto alla guerra messo in atto da contadini e proletari. Maria fu il primo esempio di antimilitarismo al femminile. Il libro "Una donna di Ragusa" mi ha ispirato il testo della ballata musicata dal cantastorie siciliano Mauro Geraci. "Maria Occhipinti ferma ogni guerra" viene distribuito, nello stile dei cantastorie, come foglio volante durante l’esecuzione come attuale messaggio contro la guerra. La canzone ripercorre la storia di questa splendida figura di donna ribelle e coraggiosa che per tutta la vita lottò contro le guerre e le ingiustizie partecipando anche alle manifestazioni contro i missili a Comiso negli anni ‘80 del ‘900.
1Dal Libro “Una donna di Ragusa–Sicilia Punto L Ed.2016
MARIA OCCHIPINTI FERMA OGNI GUERRA
Testo di Tiziana Oppizzi
musica del cantastorie Mauro Geraci
Questa è la storia vera
Di una donna combattente
Che ha detto no alla guerra
Protestando fermamente
Dalle pagine di un libro
Ti ho scoperto e mi hai colpito
Maria Occhipinti
dallo sguardo fiero e ardito
Sulle strade di Ragusa
Hai spezzato le catene
Tante lotte per il pane
Con le donne del quartiere 2 v.
Con la guerra ancora in corso
Ti sei iscritta al sindacato
Troppa era l’ingiustizia
Ma a quei tempi era peccato
Poi nel ’45 Un sol grido
“No alla guerra”
Eri di cinque mesi
E ti sdraiavi sulla terra.
Insieme ad altre mamme
ventitré anni appena
Alla testa della lotta
Vuoi fermar la fanteria 2 v.
Impedivan la partenza
Di ragazzi e richiamati
Che sui camion con violenza
Con la forza caricati
Dei Savoia la sbirraglia
Minacciava col fucile
Ha sparato sulla gente
Son due vittime a morire
Da Palermo a Siracusa
Da Messina ad Agrigento
La Sicilia ora s’infiamma
Cresce un grande movimento 2 v.
Sparatorie sulla folla
e tumulti da spavento
La rivolta a uno Stato
Sordo cieco e violento
Non si parte! non si parte!
Tu per prima l’hai gridato
Il potere per vendetta
Contro tre si è scatenato! 2 v.
Sempre pronta a denunciare
tu ribelle combattente
soprusi della legge
Verso chi non conta niente
Contro tutti i pregiudizi
e distesa sulla terra
hai fermato col tuo corpo
l’ingiustizia e la guerra.
Con te siamo stesi a terra,
un sol pugno in cielo alzato
di lassù pronto a schiacciare
quando parte un carro armato.
Di lassù pronto a schiacciare
le violenze dello stato
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