A cura di
Matteo Rebecchi / Gianfranco Aazzali con nota introduttiva di Paolo Barbaro e Peter Kammerer
GIUSEPPE- MORANDI FOTOGRAFIE RITROVATE
pp. 106 giugno 2025
CATALOGO MOSTRA
www.legadicultura.it
Il volume realizzato in occasione della mostra omonima presso Casa del Mantegna, Mantova (12/07/25-24/08/25), è curato dalla Lega di Cultura di Piadena, Pantacon in collaborazione con la Provincia di Mantova, il patrocinio di Regione Lombardia e il sostegno del Gruppo TEA Mantova e rappresenta un omaggio e un ricordo al grande fotografo Giuseppe Morandi (Vho di Piadena 25/08/1937-14/11/2024).
Il catalogo segue ed esplora attraverso oltre 100 scatti, per lo più inediti, l’attività di Giuseppe Morandi, scomparso di recente e fondatore nel 1967 della Lega di Cultura di Piadena insieme a tutta la famiglia Azzali e a Gianni Bosio.
Morandi ha lasciato oltre 10.000 fotografie scattate dal 1950 ad oggi che sono state oggetto di pubblicazioni e mostre in Italia e in tutto il mondo. Per le edizioni Mazzotta “Paisan” 1979, “Volti della Bassa Padana” 1984, “Cremonesi a Cremona”1987, “Quelli di Mantova” 1991, “La mia Africa” 2001, “Vecchi e nuovi volti della Bassa Padana” 2011. Le sue fotografie sono stateesposte ed ammirate a Berlino, Lisbona, Cambridge, San Francisco, Waschington, Madeira.
Con le sue fotografie e i suoi Docufilm ha salvato la cultura contadina immortalando i “paisàn”, i contadini, la categoria più umile, di cui faceva parte in quanto figlio di quella civiltà, documentantandone i saperi e le modificazioni, seguendone i cambiamenti e le trasformazioni.
Allievo, mai subalterno, di due grandi maestri, Mario Lodi e Gianni Bosio, su suggerimento di Mario Lodi, a inizio anni ’60, con una macchina da presa e una macchina fotografica prestate, cominciò a raccogliere le immagini del mondo contadino. Dagli ultimi «paisan» protagonisti delle lotte del 1948 agli immigrati che ne hanno preso il posto, dalle «pumatere» raccoglitrici di pomodori, ai ragazzi delle discoteche. Oltre alle fotografie è stato maestro delle immagini in presa diretta con la telecamera. Come sempre, la povertà dei mezzi impone e fa da stimolo alla creatività : Morandi inventa così un cinema immediato, come la sua fotografia, genuina, schietta, contadina, ma espressiva e densa di significato, a carattere “unico”.
I suoi film casalinghi e artigianali, nell’accezione più alta del termine: montaggio in camera in presa diretta, interminabili campi sequenza che diventano autentica avanguardia che approderanno ai festival del cinema di Locarno e di Venezia. Tardivamente, nel 2014, gli è stata assegnata per il suo lavoro dal premio Solinas Documentario la medaglia del Presidente della Repubblica.
Una parte importante del suo percorso è rappresentato dall’incontro con la famiglia Azzali e in paticolare di Gianfranco detto "Micio". Tra loro si è stabilito un legame durato cinquant’anni, stretti in un sodalizio politico, artistico e di vita, attivi organizzatori culturali, coinvolti nelle miriadi di iniziative promosse dalla Lega di Cultura di Piadena, da loro fondata nel 1967 insieme a Pierino e la "Genia", i genitori di Micio. L’associazione, che ha “base operaia e contadina e si richiama al movimento delle Leghe di resistenza contadine”, come recita lo statuto, ha sede presso la cascina degli Azzali, il luogo dove ogni anno si celebra la festa della Lega di Cultura. Per tre giorni il “mondo intero” si riunisce a Pontirolo, con dibattiti e concerti in cui ai canti popolari italiani si mescolano quelli del Bangladesh, del Kurdistan, e dell’ India, dell’Afghanistan, dell’Ecuador, o della Romania.
Da trent’anni, sull’aia e nel bosco della casa contadina del "Micio" si radunano ogni anno migliaia di persone venute da tutta Italia e da mezza Europa a cantare, mangiare, suonare, parlare, stare insieme, e ricaricare le forze per un altro anno di Resistenza. E l’anima, la vita di quei giorni sono sempre stati il “Micio” , Giuseppe Morandi, i militanti della Lega e un gran numero di volontari.
Le fotografie di Giuseppe Morandi non hanno bisogno di essere descritte parlano attraverso i volti, migliaia, che sono immortalati negli scatti e nei suoi film e affermano l’esistenza di una cultura altra, quella dei “paisan”, dei braccianti, dei salariati agricoli della Bassa Padana, esempio di orgoglio, di appartenenza di classe e di resistenza culturale che sono sempre stati alla base del suo percorso esistenziale, culturale e politico.
Agosto 2025
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