Canzoniere di Pietro Tenti

Gian Paolo Borghi

LA TRAGEDIA DI SUPERGA NARRATA DAI CANTASTORIE

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Sono ormai trascorsi oltre 75 anni dal tragico evento di Superga e il 4 maggio 1949 rappresenta tuttora uno dei giorni più funesti della storia del calcio italiano: sul colle di Superga, presso Torino, si schiantò l’aereo che dal Portogallo riportava in Italia la grande squadra granata, già vincitrice di cinque scudetti nazionali. L’immane disastro suscitò forti emozioni popolari e fu fonte d’ispirazione per alcuni cantastorie, i cui testi vennero stampati e diffusi non soltanto nei giorni immediatamente successivi alla tragedia, ma anche nei mesi seguenti, come ebbe a ricordare molti anni fa Lorenzo De Antiquis, che fu autore di una di queste ballate.

Prima di passare alla pubblicazione dei testi da me rintracciati, ricordo che anche il mondo della musica leggera fu coinvolto dall’evento e realizzò almeno due canzoni, come si può rilevare dalla documentazione pubblicata on line dal Museo del Grande Torino e della Leggenda Granata di Grugliasco (Torino). La prima canzone, in ordine di tempo, è intitolata I Granata nell’azzurro, il cui spartito, di Lino Pellegrini e Benedetto Ristori, venne stampato nel 1949 dalla milanese SIDET. Risulta incisa nel 1955 da Gigi Marra, accompagnato dal Complesso Conti (Durium 0356, 1955,78 giri). Il secondo testo, Leggenda Granata (Una bambola sorride), composto da Gian Carlo e A. Zuccaro (Saturnia, Genova 1954), fu cantato da Gino Latilla, accompagnato dal maestro William Galassini, nel documentario Leggenda Granata, realizzato da Eugenio Danese, Victor De Sanctis e Raffaele Gervasio, di produzione Incom [1950].

Ritornando ai cantastorie, preciso che i documenti di seguito riportati, tutti privi della data di stampa, sono da ritenersi pubblicati nei giorni che seguirono il tragico 4 maggio 1949. Tutti i testi sono inquadrabili nel filone dei toccanti repertori cantastoriali di cronaca (i fatti o le tragedie).

Inizio con il componimento più ampio, scritto da uno dei maestri dei cantastorie italiani, il fiorentino Giuseppe Bracali (1875-1954). Composto di 24 quartine non numerate, era eseguito sul motivo definito dai cantastorie “del fatto” (oppure “in quattro” o di “Addio padre”).

 

LA TREMENDA SCIAGURA DI SUPERGA

I MIGLIORI E FORTI CAMPIONI DEL “TORINO”

PERITI NEL TRAGICO INCIDENTE AVIATORIO

Spaventosa e terrificante visione – Le vittime compiante in tutto il Mondo.

 

Chi descriver potrà di Superga

la sciagura, che un brutto Destino

ha privato colà del “Torino”

quella squadra di fama mondial.

     Son diciotto quei gran calciatori,

     dall’Italia essi parton contenti,

     di vittoria son tutti frementi,

     l’avversario non sanno temer.

Molte lotte han lor sostenute

e nessuna gli ha fatto paura,

del “Torino” la squadra è sicura

di non farsi giammai soggiogar.

      Portogallo per loro è una mèta,

     far rifulgere il gioco italiano,

     della Patria è il più sovrumano

     e nessuno batter lo può.

Sono forti quei giovani atleti

e nel gioco lor sanno brillare,

la vittoria sicura gli pare

di poterla così conquistar.

     Terminata però la partita

     essi devon tornare in Italia,

     gran terra che tutti ammalia

     per i suoi gran tesor.

L’aeroplano ad accoglierli è pronto,

sono insieme i lor dirigenti,

e già sembran felici i momenti

di potere a Torino tornar.

       Ma il viaggio è brutto e nebbioso,

       ecco il tempo tremendo appare,

       è la pioggia che viene a versare

       un diluvio che fa spaventar.

Il velivolo con fatica e incertezza

finalmente sorpassa il confine,

dicon tutti i gitanti: “Ecco alfine

rivediamo il bel suolo italian”.

     Ma il pilota del grosso apparecchio

     egli cerca la foschìa evitare,

     sempre crede ad alta quota filare

     però contro Superga lui va.

La catastrofe avviene tremenda,

l’aeroplano già allor si frantuma

e di un tratto s’incendia e lì fuma

con le fiamme che salgono al ciel.

     Non v’è scampo ormai per nessuno,

     sol la morte li avvolge e li serra

     e finiti rimangon per terra

     nell’estremo e straziante dolor.

Al boato che fa la caduta

quella vista fa a tutti impressione

tosto accorrono molte persone,

che nessuno descriver lo può.

    Tra le vittime vedon gli atleti

    Valentino Mazzola, il più forte,

     e con lui Rigamonti, la sorte,

     per costoro ha voluto assalir.

Anche Grezar e Bacigalupo

hanno fatto una fine straziante,

Ballarin, Castigliano all’istante

han lasciata la vita così.

     E Bongiorni, Menti e Fadini

     poi Gabetto, Loik e Maroso

     Martelli ed Ossola, il più estroso,

     e con Subert son rimasti colà.

Tre giornalisti eran fra questi

per seguire la grande partita

han perduto anche loro la vita

nella tragica morsa crudel.

     Questo lutto si sente nel cuore

     ripensando alle Spose e le Madri,

     quanti bimbi ora piangono i Padri

     che veder non potranno mai più.

In partenza quei giovani forti

dicean: “presto tra Voi torneremo

la squadra avversaria non temeremo,

siam sicuri poterla piegar”.

     Ma fu vana la loro speranza,

     non pensavano al Fato crudele,

     alla squadra era ognuno fedele

     per potere ovunque trionfar.

Gioventù dell’Italico suolo

di bellezza nel proprio rigoglio

della Patria era sempre l’orgoglio

tutto il mondo soleva ammirar.

     Ora giacciono i miseri resti

     di color ch’eran gloria e gran vanto,

     con cordoglio ed estremo rimpianto

     mai nessun mitigare potrà.

Funerali in forma solenne

sono stati dimolto imponenti,

delle vittime tutti i parenti

assistevan straziandosi il cuor.

     Sulle tombe di quei campioni

     hanno posto ghirlande di fiori,

     e pensando a quei lutti e dolori

     un’angoscia per tutti sarà.

 

Versi popolari di G. Bracali, Stab. Tip. Editoriale G. Campi-Foligno

 

Foglio volante di grande formato con il disegno di un aereo che si schianta e ai lati il ritratto e il nome dei calciatori scomparsi nel disastro (raccolta G.P. Borghi, Argelato, Bologna).

Per ulteriori notizie su Giuseppe Bracali, rimando a Gian Paolo Borghi-Giorgio Vezzani, C’era una volta un treppo… Cantastorie e poeti popolari in Italia Settentrionale dalla fine dell’Ottocento agli anni Ottanta, 1 (Forni, Bologna 1988, pagine 58-69).

 

Anche il secondo testo è opera di Giuseppe Bracali. Di 7 quartine non numerate, veniva sempre eseguito sul motivo “del fatto”:

 

La spaventosa sciagura di SUPERGA

La Squadra del “Torino”, 5 volte Campione d’Italia

scomparsa tragicamente in un incidente aviatorio

 

1.  -  Grande impressione ha destato in Italia  

        mentre il mondo sportivo è angosciato,

        sul destino funesto e spietato

        che travolse la squadra del cuor.

2. -  Mai nessun poteva uguagliarla,

        con i migliori atleti formata,

        e da molti era tanto invidiata

       che mai nessuno vincer poté.

3. -  Ritornando là dal Portogallo

       non credeva a una fine nefasta,

       il tempo ad un tratto si guasta,

       l’aeroplano non sa come atterrar.

4. -  E in quel tragico istante s’infrange

       su Superga in un attimo solo,

      fa quell’aereo un tragico volo

      tutti quanti martoriati ne son.

5. - La benzina allor dei motori

      lì s’incendia e distrugge ogni cosa,

      quella “Squadra” sì tanto animosa

      in un baleno finisce così.

6.- Quanto lutto tra noi or si sente

      ripensando alle Spose e alle Madri,

      cari bimbi ora piangono i Padri

      che veder non potranno mai più.

7.-  Calciatori di tutta l’Italia

      inchiniamoci ai “Grandi” campioni

      e del Calcio gli atleti più buoni

     gli “scomparsi” dovranno imitar.

    

Versi pop. di G. Bracali, S.A.C.E.R. – Roma      

 

Testo su cartolina postale con al verso una fotografia della squadra con i nomi dei calciatori ritratti e la didascalia: L’indimenticabile Squadra “GRANATA”, cinque volte Campione d’Italia. La stessa immagine, in grande formato, è pubblicata alle pagine 7 e 8 de “Il Calcio Illustrato”, numero speciale, dedicato a Il Torino campionissimo (numero 19 bis del 14 maggio 1949).

 La quartina numero 6 riecheggia ampiamente i versi della quartina [18] del precedente canto (raccolta G.P. Borghi).

 

Il terzo componimento ha come autore il romagnolo Lorenzo De Antiquis (1909-1999), tra i più prolifici e validi autori italiani del ‘900, fondatore e per decenni presidente dell’Associazione Italiana Cantastorie (A.I.CA.). Si compone di 10 quartine non numerate, da eseguirsi sull’aria “del fatto”. Il testo riscosse un notevole successo popolare, come ricordò a suo tempo il cantastorie romagnolo Guido Morelli in un’intervista raccolta dal ricercatore Romeo Zammarchi: “Io credo che abbiamo venduto un pacco di circa mezzo quintale di fogli che avevamo richiesto all’editore Campi di Foligno, un bel paccone! Li abbiamo venduti tutti sulle piazze dei mercati. Avevamo un altro foglio, quello era gratis, questo le vendevamo a dieci lire, allora dieci lire erano tante […]”. Lo stesso Zammarchi ha inoltre pubblicato due trascrizioni musicali (motivo “del fatto” cantato in Romagna e in Umbria e Toscana), nonché la riproduzione del foglio volante. Si veda, a questo proposito, Gian Paolo Borghi-Giorgio Vezzani, Ascoltate in silenzio la storia. Cantastorie e poeti popolari in Romagna dalla seconda metà dell’800 a oggi (Maggioli, Rimini 1987), alle pagine 288-293.  

 

IL DISASTRO del “TORINO”

La Squadra di Calcio che fu CINQUE VOLTE CAMPIONE D’ITALIA, scomparsa

assieme a sei Dirigenti, tre Giornalisti e ai quattro componenti l’Equipaggio del

tragico trimotore FIAT G. 212, il giorno 4 maggio 1949 alle ore 17.03

 

Un [sic] orrenda sciagura è avvenuta

alla Superga, vicino a Torino

un avverso e crudele destino

trent’un giovani la morte rapì.

     Il “Torino” la Squadra più forte

     da cinque anni Campione d’Italia

     a Lisbona era scesa in battaglia

     per difendere il tricolor.

Nel ritorno col tempo cattivo

l’aeroplano sfidava la sorte

in agguato è pronta la morte

già segnato l’atroce Destin.

     Quattro Maggio alle 17

     su Torino c’è un grosso nebbione

     l’apparecchio fa segnalazione

     per poter sul campo atterrar.

Ma uno schianto, uno scoppio tremendo

s’ode a un tratto un orrendo boato

l’apparecchio è precipitato

a Superga il Colle fatal.

     Da quel rogo così spaventoso

     i cadaveri ricuperati

     tutti quanti carbonizzati

    di 31 nessun si salvò.

La grande Squadra con le riserve

18 atleti famosi e potenti

3 Giornalisti, 6 Dirigenti

tutti scomparsi coi 4 aviator.

     Rigamonti, Bacigalupo,

     Castiglione, Menti, Maroso

     VALENTINO MAZZOLA famoso

     Capitano del grande Squadron.

Italiani di tutti i partiti

al disopra di ogni opinione

nello Sport han trovato l’Unione

affratellati dal grande dolor.

     Al glorioso “Torino” un saluto

     in quest’ora di grande dolore

     ai “Granata” invitti l’onore

     mai Sportiva [sic] scordar li potrà.

 

Parole di Lorenzo De Antiquis

Distribuzione: Alba Cresti – Via N. Sauro, 27 – Forlì

Stab. Tip. Editoriale GIUSEPPE CAMPI – Foligno

 

Il disegno di questo foglio volante di grande formato è il medesimo stampato sull’edizione realizzata da Giuseppe Bracali (raccolta Romeo Zammarchi, Riccione, Rimini).

Nel 1995, il testo è stato inciso dai cantastorie liguri Giampaolo e Agnese Pesce nella audiocassetta Cento anni di storie cantate (G.R.F.L., CLAC 95-C2). Risulta inoltre stampata nel volume, di Giampaolo Pesce con Mauro Giacosa, Una fisarmonica nel cuore. Il viaggio del cantastorie (Araba Felice, Cuneo 2020, pagina 21). Ringrazio Claudio Piccoli per la segnalazione.

Su Lorenzo De Antiquis e sulla sua produzione si veda, tra le altre pubblicazioni, Gian Paolo Borghi-Giorgio Vezzani-Romeo Zammarchi, “Sentite che vi dice il cantastorie…”. Lorenzo De Antiquis, un grande artista popolare romagnolo (Fiere d’Autunno-Nautilus e Museo degli Usi e Costumi della Gente di Romagna di Santarcangelo di Romagna, Rimini, 1990).

 

Anche il celebre cantastorie bolognese Marino Piazza (Piazza Marino, il poeta contadino, 1909-1993) compose un testo sulla tragedia, che diede alle stampe al verso di una cartolina che riporta al recto una fotografia dei granata (con la didascalia A ricordo degli indimenticabili Campioni del Torino), tratta con ogni probabilità dalla pagina 7 del già ricordato numero speciale de “Il Calcio Illustrato”.

 

LA TRAGICA FINE DEI GRANATA DEL TORINO

 

Tutta Italia angosciata è in dolore

per il tragico crudele destino

della squadra granata del Torino

la sua fine tremenda e brutale [brutal]

     I granata giocator Campioni

     che giocavan con tanto valore

     tenendo sempre alto l’onore

     la bandiera dello sport italian.

Lutto immane per tutto il paese

per lo sport la più grande sciagura

inesorabile disavventura

tanto strazio per l’umanità

      Son partiti alle ore nove

      sull’apparecchio dal campo di Lisbona

      facendo scalo a Barcellona

      proseguendo poi per Torin

Alle diciassette e cinque minuti

con la pioggia, la nebbia e il vento

sono arrivati in quel momento

a Superga in quella direzion

      L’apparecchio andava a cozzare

     sulla Basilica e precipitava

     in un giardino poi s’incendiava

     tutti quanti moriron così

I genitori, le mogli e i bambini

la notizia gli ha affranto il cuore

il grande strazio il grande dolore

li ha colpiti senza pietà

    Ai Campioni d’Italia di calcio

    inchiniamoci al loro valore

    tanta gloria e tanto amore

    che han dato allo Sport Italian.

 

A cura di PIAZZA MARINO

Tip. Ausonia-Bologna

 

Di questa cartolina (Raccolta G.P. Borghi) esistono due edizioni con caratteri di stampa diversi ma con il testo invariato. Si compone di 8 versi non numerati, da cantarsi sulla melodia “del fatto”. È pure pubblicata sul volume monografico Piazza Marino, “poeta contadino”, di Giuliano Piazza, Pierluigi Albertini, Gian Paolo Borghi, Gianni Molinari (Calderini, Bologna 1995, pagina 202). 

 

L’ultima composizione da me reperita venne scritta dal cantastorie pavese Pietro Tenti (1887-1979), uno dei maestri di quella “scuola” territoriale. La musica, di sua creazione, non identificata, accompagna due strofe di 8 versi, un ritornello e un “finalino”.

 

ADDIO “TORINO”

(Preghiera agli eroi di Superga)

 

Versi e musica di P. Tenti

 

Un tragico destino

in un istante stroncò

la squadra del “TORINO”

che mai nessun dominò.

Gli atleti venerati

non ricedremo [rivedremo] mai più

quanta tristezza, oh! quanto dolor

a noi ci strazia il cuor!

      Addio “TORINO”

      poderoso, leale squadron,

      Addio “TORINO”

      dell’Italia tu resti campion.

      Il tuo ricordo

      sarà vivo per l’eternità,

      ti rimpiangiamo, ti onoriam

      e per te noi preghiam!

Cinti d’azzurre maglie

contro i più forti stranier

l’onore dell’Italia

alto sapeste tener,

or la fatal sciagura

di tutti voi ci pricò [privò]

spose, bambini ed i genitor

lasciaste qui nel dolor.

       Addio “TORINO”, ecc.

 

FINALINO

 

L’Italia in pianto

v’ha seguita fino al cimiter

o baldi fiori di gioventù

che noi vedremo più.

 

Pubblicata sul canzoniere dal titolo omonimo delle serie I grandi successi delle canzoni popolari – Terza Serie, con l’indicazione P. Tenti – Via Monti 7 Pavia (esclusivista).

Raccolta Augusto Carola (Ghemme, Novara).

 

Sull’attività di Pietro Tenti si vedano: Romano Bergamo, I cantastorie pavesi (Tipografia Popolare, Pavia 1985, pagine 67-77) e Gian Paolo Borghi-Giorgio Vezzani, C’era una volta un treppo… Cantastorie e poeti popolari in Italia Settentrionale dalla fine dell’Ottocento agli anni Ottanta, 2 (Forni, Bologna 1988, pagine 56-60).

Il foglio volante di Lorenzo De Antiquis

Motivo "del fatto". Trascrizione musicale di Giuliano Piazza