MILANO, 20 DICEMBRE 1993 ORE 19 MUSTAFA' IN PIAZZA DUOMO
Da: n.46/1993 Il Cantastorie
Rivista di tradizioni popolari Pagg.35/37
Una tenace avversione per funamboli, cantori e suonatori ambulanti, mangiafuoco, cantastorie e altre forme di attrazionisti erranti è propria di epoche e paesi diversi e si manifesta attraverso le più svariate disposizioni e regolamenti amministrativi. È una situazione che anche ai giorni nostri trova puntuale conferma nelle pagine della cronaca quotidiana. Le fotografie delle pagine seguenti documentano il treppo di Mustafà, fachiro, mangia e sputa fuoco che si esibisce a Milano. Così la cronaca milanese del "Corriere della Sera" racconta: "Mustafà” si chiama Francesco Balestra, è un pugliese di Massafra (Taranto), ha trentadue anni e di mestiere vorrebbe fare il muratore, se trovasse lavoro. Ma siccome l'edilizia è in crisi, da tre anni fa il mago. Con successo di pubblico e scarsa simpatia da parte dei 'ghisa, i vigili milanesi.” Sono venuti a casa a sequestrare la roba, ma io non ho niente, e vivo ospite di mio fratello”. Mustafà passeggia sui vetri e si trafigge con gli spilloni, dilata il torace fino a rompere la catena. Ma, ammette il mago, c'è anche qualche piccolo trucco. Il suo pezzo forte è il mangiafuoco. Non ha l'aspetto terribile del burattinaio di Collodi, e nessun Pinocchio si spaventerebbe. Ricordate?
Il nostro Mustafà di esotico ha solo un turbante, saltella a petto nudo e tatuato, lasciandosi lambire dal fuoco, infila in bocca fiaccole accese con un palato che pare foderato d'amianto. Poi si riempie la bocca di petrolio e sputa fiammate come il drago di San Giorgio. La gente applaude e lascia cadere monete nelle ciotole di plastica sistemate strategicamente per terra. Dice: "Mi guadagno la vita onestamente: a chi do fastidio? E poi, se la multa fosse diecimila lire, andrebbe anche bene: se ne incasso cinquanta, un po' a me, per vivere, e un po' al Comune. Ma quattrocentomila lire tutte insieme, chi le ha mai viste?" I vigili gli portano a domicilio (in via Pomponazzi) verbali di notifica, Mustafà ha commesso la seguente infrazione: esercitava la professione di mago, giocoliere, saltimbanco e mangiafuoco senza autorizzazione". Lui ribatte: "Lavoro per vivere. Sono un fachiro, d'accordo… Va bene digiunare: Ma non esageriamo". "Ha collezionato in tre anni ben trecento milioni di multe il mangiafuoco che si esibisce ogni sera in piazza Duomo" (in "Corriere della Sera", 14/6/1985). La sequenza delle fotografie da noi scattate illustra il treppo di Mustafà la sera del 20 dicembre 1993:
1 e 2) Mustafà richiama l'attenzione dei passanti con urla e fischi e invita il pubblico già presente a ripeterli con lui;
3) Mustafà inizia il suo numero canticchiando: "Mustafà Ibrahim... Mustafa, Mustafà ma chi te l'ha fatto fà..." e saluta il pubblico con un inchino;
4) Mustafà percorre il suo spazio scenico circolare delimitato dalla prima fila di pubblico strofinandosi braccia e torace con il fuoco; in questo momento invita le donne presenti a fare la "ceretta", la depilazione con lo stesso metodo efficace ed economico;
5 e 6) Mustafà esegue il numero di mangia e sputa fuoco;
7) Mustafà salta e cammina a piedi nudi su pezzi di vetro;
8) Mustafa si stende con la schiena sui vetri e fa salire su di sé tre spettatori, solitamente bambini, sulle gambe, il torace e il ventre.
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