Giuseppe Agostini (Gustén)

Perché lo scritto è un pensiero che vale

a cura di Francesca Ciampi

Edizioni Pendragon, Bologna, 2022, pp. 79, € 12

 

Giuseppe Agostini, detto Gustéń (1918-1997), era un operaio tuttofare (con la passione per la poesia) del Comune di Monterenzio, nella valle bolognese dell’Idice. Aveva frequentato le scuole fino alla terza elementare, ma la carenza d’istruzione non gli aveva impedito di cimentarsi nelle composizioni poetiche. Scrive a questo proposito la curatrice: “La vena più genuina di Gustéń è ricca di sentimenti, di emozioni che testimoniano una sensibilità non comune. La lingua è un impasto di italiano scolastico, di dialetto, con qualche venatura di toscano”.

Si tratta, nel complesso, di una quarantina di componimenti proposti alla lettura, trascritti in massima parte dall’autore su un’agenda da tavolo da lui consegnata, anni fa, al maestro Cesare Malservisi (marito di Francesca Ciampi, entrambi noti studiosi di cultura tradizionale appenninica) che lo aveva incoraggiato a coltivare le sue aspirazioni poetiche.

Francesca Ciampi così delinea le modalità di pubblicazione delle composizioni di Gustéń: “Si è operata prima una trascrizione fedele, poi si è fatta la scelta di ridurre la quantità dei pezzi da proporre in lettura. Sono state eliminate le ripetizioni ed i brani non chiari, con l’intenzione scrupolosa di rispettare il sapore del racconto. Per questo rimangono gli errori ortografici che non compromettono la comprensione del testo”.

Il volumetto si apre con il testo La Canzonetta e la seguente prima quartina: “Gente che mi ascoltate/Non ne o mai fatta una/Io non o studiato/Non è la mia fortuna”.      

 

Gian Paolo Borghi