FESTA CONCERTO PER I 90 ANNI DEL CANTASTORIE

                         FRANCO TRINCALE


                  CARTELLONI ESPOSTI ALLA MOSTRA

      RACCOLTA DI ALCUNE DEDICHE DI VISITATORI ALLA MOSTRA 

ALLA MATTINA NEL SALONE DELLA RSA PARCO DELLE CAVE PROIEZIONE DEL FILM " METAMORFOSI DI UN CANTASTORIE" di Claudio Bernieri a cura Ass. Cult. Il cantastorie on line

                                             ALTRE DEDICHE

DA SINISTRA: MAURO GERACI, CLAUDIO PICCOLI, FRANCO TRINCALE, CLAUDIO BERNIERI, TIZIANA OPPIZZI

foto di Luca Maciacchini


FRANCO TRINCALE e MAURO GERACI

A FORZA DI AMARE

Scritta per i suoi novant’anni, questa ballata vuol ricordare l’amore che attraversa l’impegno e la canzone del cantastorie Franco Trincale, che ho avuto la fortuna di conoscere sin da bambino e a cui sono profondamente legato da una profonda amicizia e sintonia, da un amore poetico di cui questo mio canto vuol essere testimonianza. Di questo mio legame ricordo qui solo alcuni momenti significativi che mostrano come la voce di Franco, per quanto sia soprattutto voce di denuncia e lotta politica e civile, sia mossa dal potere dell’amore. L’amore inteso proprio come voce amica e solidale che apre e difende a ogni costo lo spazio libero della piazza come luogo di riflessione comune, di presa di coscienza, d’azione popolare. Potere poetico, quello dell’Amore universale così manifestato anche nell’ultima ballata di Franco, che, oggi più che mai, è necessario difendere quale mezzo indispensabile per riportarci al centro delle nostre decisioni e azioni e unica speranza di Cura reciproca e salvezza.

 

Mauro Geraci

A forza d’amare
I novant’anni di Franco Trincale
Versi e musica di Mauro Geraci

Mio padre me lo disse:
“Puoi dire che tu c’eri
il diciassette luglio
a Palermu nel Settanta”.
Del Vietnam cantava,
Pinelli e Nixon boia,
le luci gli hanno spento
e l’han
portato dentro.
Ottantamila giovani
lo stadio rosso brace,
Trincale con Duke Ellington
portavano la pace.

La vuci di Francu,
la sula spiranza
chi ferma la storia,
lu mali c’avanza.
Nni fici novanta
la vuci i Trincali,
di nuddu si scanta,
continua a cantari.

Poi a Roma anni Novanta
cantammo alla Sapienza,
il popolo si vanta
e prende la potenza,
quella della tua voce
chi ancora fa la festa,
e in piazza ci conduce
e ci fa alzar la testa
ai muti della storia
senza più spade ed elmi
e senza la memoria
succhiata dagli schermi.

 

La vuci i Trincali
non si ferma mai,
lu nostru rispiru,
la nostra puisia.
La vuci di Francu
risveglia a cuscienza
a stu munnu stancu
chi nenti cchiù pensa.


Cantando gl’intrallazzi,
di mafia e di tangenti
il sole sopra il Duomo
tornava risplendente,
lo smog di Milano
squagliava mano a mano
che arriva la sua voce
per fare il mo
ndo sano,
dove lo Statu sia
amico e no
n serpente,
senza burocrazia
che ama la sua gente.

 

La vuci di Francu
la senti chi nasci
d’u cori cchiù stancu
di colpu arrinesci,
la vita ti duna
la vuci i Trincali
e a forza d’amari
ti leva d’u mali.