ALFREDO SILVAGNI "CASERIO"

ALFREDO “CASERIO” SILVAGNI

Nato nel 1889 a Bagnacavallo, dove ebbe i natali anche il famoso brigante Stefano Pelloni “il Passatore”, Silvagni era consigliere comunale socialista del paese e capolega dei braccianti nella frazione di Traversara. All’avvento del fascismo è oggetto di ripetute vessazioni che lo costringono ad allontanarsi dal paese. Nel 1928 si sposta a Faenza privo di qualsiasi mezzo materiale per la sopravvivenza sua, della moglie e dei tre figli. Dotato di un notevole timbro vocale e di una grande capacità oratoria ben presto inizia a cantare nelle osterie e si afferma anche tra i cantastorie di piazza. Forma il “Terzetto romagnolo” con il figlio Armando e il figliastro Giuseppe "Peppino" Gazzoni. Nel 1934 si trasferisce a Rimini dove prosegue l’attività con successo. Nel 1947 è con i cantastorie che sentono la necessità di un riconoscimento della loro categoria: è infatti tra i soci fondatori dell’Associazione Italiana Canzonettisti Ambulanti (AICA) e viene eletto primo Presidente, dove rimane in carica  fino al 1950. Rileva un’edicola,  ma dedica la maggior parte del suo tempo alla A.I.CA., che al primo Congresso dei cantastorie, a Bologna nel 1954, diventa Associazione Italiana Cantastorie. Muore a Rimini nel 1967.

Da un ricordo del figlio Armando tratto dal libro Ascoltate in silenzio la storia pag. 130:” A Traversara lo conoscevano già con il soprannome di “Caserio”; là viveva facendo il fornaciaio durante l’estate, mentre d’inverno trovava lavoro come canapino presso i contadini. A Faenza incontrò due cantastorie Melandri e Biolchini e si aggregò a loro. Traferitosi a Rimini lavorò diversi anni con il mio fratellastro Peppino, che cantava molto bene anche lui e con un modenese, Bellei, che aveva una gamba di legno. Dal ’36 al ’39 sono andato anch’io a suonare la fisarmonica con loro, ma non ero molto bravo e un po’ mi vergognavo ad esibirmi in piazzaMio padre faceva l’imbonitore, cioè spiegava i “fatti”, ha sempre avuto molta gente che veniva ad ascoltarlo e comprava i suoi “fogli”… Quando andavano alle Fiere partivano in bicicletta con una valigia con dentro la “stampa”. La valigia serviva anche per mettere i soldi: c’erano delle Fiere, prima della guerra, dove si facevano grossi incassi….In quel periodo ne vendemmo moltissimi di fogli tanto che prendemmo  una macchinetta che alla mattina bisognava spingerla per metterla in moto, ma quando si arrivava in piazza le gente era curiosa…. Negli ultimi anni abbinava i “fogli” alle lamette. Mio padre non ha mai fatto il “piattino” per raccogliere le offerte, ha sempre e soltanto venduto. Ricordo una canzone di mio padre che ha fatto un grosso successo: “Basta col manganello” Quando rientrai a casa dalla prigionia nel 1946 era già molto in voga, un grande successo che tutti cantavano sull’aria di “ E’ arrivato l’ambasciatore”:

 

Bibliografia

G.P.Borghi – G. Vezzani

C’era una volta un” treppo” vol. I Forni editore

G.P. Borghi – G. Vezzani

Ascoltate in silenzio la storia Maggioli Editore

Il Cantastorie n° 28 nuova serie gen.giu 1979

Il Cantastorie n° 4 terza serie - dicembre  1981

Alfredo Silvagni a destra con il figlio Peppino

 

 

 

 

a fianco Calendario- Canzoniere 1937 del Terzetto Romagnolo


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Peto e Leo della Lega di Cultura di Piadena e Marta eseguono una versione di Basta col manganello
PETO, LEO,MARTA E'ARRIVATOL'AMBASCIATORE
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