PAOLA MAZZOLA ex mondina
Il 27 aprile 2011 veniva a mancare Paola Mazzola, per tutti "Paolina". E' stata un nostro "albero del canto", in tanti pomeriggii nella sua casa di Opera, Paolina ci ha regalato gran parte del suo vasto repertorio. Canzoni popolari e di mondine conosciute, ma anche altre, che solo lei ricordava a memoria, apprese da ragazza nelle risaie o dai cantastorie. Ci ha raccontato anche la sua vita, il lavoro, la fatica, la famiglia e la grande, grande passione per il canto. A dieci anni dalla sua scomparsa vogliamo ricordarla con alcuni spezzoni video dove racconta e canta.
Quando noi si cantava le canzoni delle mondine, mica sempre si imparavano nel riso…, a Cava Manara (Pavia), al mercato veniva sempre il cantastorie, era marito e moglie, lui suonava, la moglie cantava, noi 4 o 5 ragazzette stavamo là fino a quando avevamo imparato l’aria, il verso e dopo si comprava 20 centesimi, 30 centesimi le canzoni».
Paola Mazzola, (1923-2011) è stata portatrice di un vasto repertorio canoro, che dai classici canti di risaia spazia ai canti popolari e alle
canzoni in voga. Di questo corpus di canti molti sono di cantastorie appresi in gioventù e mai più cantati, ma rimasti
vivi nella sua memoria.
Paolina, «Lina», è nata a Pompiano; il padre Paolo faceva l’irrigatore (el campè ) e con la mamma, Orsola Cattaneo,
lavoravano in campagna. In casa erano in sette e date le ristrettezze economiche il padre cercava sempre nuovi lavori per migliorare le condizioni della famiglia. Negli anni ’30 il padre
cantava nella chiesa di Roccafranca (Brescia), perché aveva una bella voce e conosceva la musica: «alla sera cantava e leggeva anche tanti racconti dei Reali di Francia, dei briganti e pezzi
della Bibbia, venivano anche dalle altre cascine ad ascoltare…»
Nel 1935, la famiglia si trasferisce a San Martino Siccomario, nel pavese. Al compimento dei 14 anni, Paolina inizia a fare la mondina e a lavorare nei campi: «Prendevo 20 centesimi
all’ora, eppure i miei erano contenti perché erano una lira e 60 centesimi al giorno che servivano per mangiare».
Abita in parecchie cascine del pavese, al punto da ricordare ben 15 traslochi fra cui a Siziano, sulla Vigentina, e nella cascina di Bonate, molto conosciuta; lì arrivavano tante mondine dalla
bergamasca, dalla bresciana, da Padova: da loro impara molte canzoni di risaia. Nel 1940 la famiglia va a Ceranova, non c’è luce elettrica e il padrone esige il «grano dato alla lunga»: un sacco
al lavoratore e quattro al padrone, così era il contratto! A quel periodo risale il ricordo bello e tragico del primo fidanzato, Vittorio, partito per la guerra e dichiarato disperso. Si
scrivevano e l’ultima lettera fu per lei, che venne a sapere dell’affondamento della nave ascoltando di nascosto Radio Londra.
Sposerà poi, nel 1947, Battista Girelli e nasceranno tre figli: Giuseppe, Agnese, Silvana. Paolina non abbandonò mai il lavoro agricolo che, anche se duro, a lei piace molto. A seconda delle
stagioni, faceva la mondina stanziale nella cascina.
«In risaia cantavamo sempre, il canto mi aiutava, non pensavo tanto al mal di schiena, pensavo a certe canzoni emozionanti…»
E Paolina ricorda ancora canzoni legate a fatti tra gli anni ’30 e ’50 del Novecento come Il Fanciullo bruciato nel pozzo,
la Belva Umana (Rina Fort), o canzoni sulla guerra d’Africa, sul Giro d’Italia con i suoi campioni, in particolare Bartali.
La sua esperienza è costellata di episodi legati al canto.
Nel 1971 muore il marito in un incidente sul lavoro e dopo alcuni anni Lina si trasferisce ad Opera in provincia di Milano. Andata in pensione entra nel gruppo «Le Mondine di
Opera» [1]. Il gruppo è composto da sette ex mondine che diventano esempio vivente di socializzazione attiva nelle feste, ma anche nei Centri sociali a contatto coi giovani. Donne
anziane che propongono il loro sapere, espressione di quella cultura subalterna, operaia e contadina, che le classi dominanti avevano sempre negato.
Ma il suo repertorio personale è ancora più esteso e di notevole interesse musicologico e antropologico, e va oltre il fenomeno musicale. Con la sua viva testimonianza di più di 40 canti, si
ripercorre l’immaginario cammino che dal canto del cantastorie passa attraverso il foglio volante e da questo arriva alla nostra protagonista/informatrice che, pure a distanza di molti anni,
rammenta e trasmette in forma inalterata le vicende descritte nelle ballate. La presenza e la capillare diffusione dei cantastorie sul territorio lombardo rappresenta quel ricco e variegato
patrimonio immateriale che grazie a lei non andrà perduto. Paola Mazzola dotata di comunicativa e di una buona memoria ha continuato a cantare e ad amare la compagnia, due caratteristiche che
accomunano le donne che hanno vissuto l’esperienza della risaia. Muore nella sua casa di Opera il 27 aprile 2011.
NOTE
1. CD Canti e ricordi delle risaie CDS 9316 ADD IT – 200. Il «Coro delle Mondine di Opera» era formato, oltre che da Paolina, da Esterina Chiesa (Pieve Porto Morone,1913), Maria Cinquini (Opera, 1913), Giuseppina Gennari (San Paolo, Brescia, 1924), Antonia Grazioli (Casalmaiocco, Milano, 1912), Giovanna Milani (Lodi, 1911), Teresa Pettinari (Bertonico, Milano, 1914). Non fu solo la naturale simpatia che suscitavano, ma anche la naturalezza con cui raccontavano storie di povertà e di sfruttamento. Furono ospiti di trasmissioni televisive a carattere nazionale (RAI Uno), successivamente e per ben due anni rappresentarono l’Italia al Festival Internazionale della Terza Età che si svolgeva a Macon, in Francia, senza dimenticare una puntata estera al Centre George Pompidou a Parigi dove il 26 ottobre 1991 tennero un concerto assieme a Giovanna Marini Molti furono poi i concerti che tennero in prevalenza in Lombardia.
Foto di Alberto Bianchi
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