DANTE PRIORE E LE SUE

COLLABORAZIONI CON “IL CANTASTORIE”

di Gian Paolo Borghi

 

La scomparsa di Dante Priore (1928-2022) ha privato il Valdarno superiore della sua voce più eclatante nel campo delle ricerche di cultura tradizionale. Le sue trentennali inchieste hanno consentito al mondo popolare del suo territorio di svelarsi nella sua poliedricità, facendo sì che anche la realtà scolastica (fu pure un grande insegnante) si rendesse fruitrice di conoscenze e, al tempo stesso, protagonista di divulgazioni. Di origini abruzzesi, ha considerato il Valdarno la sua seconda patria, alla quale ha dedicato una miriade di contributi, come attesta una esaustiva bibliografia, curata da Mariano Fresta (preceduta da una lunga intervista), apparsa nel 2014 sulla prestigiosa rivista “Lares” (LXXX, n. 2, pagine 383-386).

Non posso esimermi dal citare alcune opere di Dante Priore prima di far seguire un breve excursus sui suoi lunghi e proficui rapporti di collaborazione con la rivista “Il Cantastorie” e con Giorgio Vezzani.

Tra le principali pubblicazioni dello studioso, sono in primo luogo da ricordare il volume Canti popolari della valle dell’Arno, edito nel 1978 dalla Libreria Editrice Fiorentina e il disco (con il relativo libretto) Grano grano non carbonchiare… Canti e testimonianze della cultura contadina del Valdarno reatino, stampato nello stesso anno presso “Materiali Sonori”. Queste importanti realizzazioni hanno fatto da apripista ad altrettanto interessanti contributi monografici proposti attraverso articoli, dispense enciclopediche, periodici della Terza Età, lavori accademici, “Quaderni” locali su svariate tematiche demo-etno-antropologiche, nonché sulla memorialistica contadina. Fondamentali risultano, inoltre, i cinque volumi, a sua cura, della collana Documenti di canti e di poesia raccolti nel Valdarno superiore, corredati di supporti sonori: L’ottava rima (2002), Stornelli e rispetti (2005), La canzone narrativa (2006), Il repertorio dei cantastorie (2008), Grano, grano non carbonchiare. Componimenti con diversa destinazione (2011).

Dante Priore ha intrattenuto numerosi rapporti di collaborazione (sfocianti in una lunga amicizia, sia pure a distanza) con Giorgio Vezzani e “Il Cantastorie”, a partire dal suo primo articolo, datato 1979, su Giovanni Fantoni di Quarata, cittadino onorario di Terranuova Bracciolini (nuova serie, 28, 1979, pagine 88-89), incentrato su un componimento autobiografico del cantastorie, memorizzato da un testimone.    

L’anno successivo, propone un breve saggio dedicato a I poeti estemporanei in Toscana (nuova serie, 30, 1980, pagine 27-31), con il quale illustra alcuni aspetti della produzione poetico-popolare ancora attiva nella sua regione ricordando contadini-poeti improvvisatori dell’aretino (Guido Giusti, Giovanni Ubaldi, Bassino delle Querce e Giovanni Cocollini) attraverso la memoria di informatori e trascrivendo un contrasto con protagonisti Idilio Romanelli e Libero Vietti.

Un altro importante saggio che lo studioso invia per la pubblicazione compare ne “Il Cantastorie”, in tre puntate, con il titolo I canti popolari tra cronaca e storia (terza serie, 7, 1982, pagine 32-36; 8, 1982, pagine. 56-58; 9,1983, pagine. 65-68). Dopo avere spiegato le motivazioni della sua ricerca e le difficoltà nella scelta dei testi, ricostruisce la storia vista dal mondo popolare, dalle guerre coloniali ai canti antifascisti e contro la guerra facendo ampio uso di componimenti di cantastorie o di loro epigoni locali.   

La partecipazione di Giorgio Vezzani e della redazione della rivista a una conferenza da lui organizzata alla Biblioteca comunale di Terranuova Bracciolini, contribuisce a rafforzare l’amicizia tra i due studiosi.

Gli interventi verranno dati alle stampe tre anni più tardi: Gian Paolo Borghi-Romolo Fioroni-Giorgio Vezzani, Le forme drammatiche popolari: il maggio in Toscana e in Emilia. Testo della conferenza tenuta il 22 giugno 1984 presso la Biblioteca comunale di Terranuova Bracciolini (rivisto e ampliato dagli autori), Biblioteca comunale, Terranuova Bracciolini, 1987 (“Quaderni della Biblioteca”. 17, con una nota introduttiva di Dante Priore e trascrizioni musicali di Giorgio Vacchi). Colgo l’occasione per ricordare anche un’altra collaborazione richiesta da Dante Priore, anni più tardi, a Giorgio Vezzani e Gian Paolo Borghi: due note introduttive al suo citato volume su Il repertorio dei cantastorie.

Nel 1984, Dante Priore invia a “Il Cantastorie” una sua rilevante collaborazione, costituita da un accurato studio su La Befanata e la Zinganetta nel Valdarno superiore (terza serie, 16, 1984, pagine 3-28), illustrante queste importanti forme di teatro popolare, attive nel territorio oggetto delle sue inchieste fino ai primi anni successivi alla fine della seconda guerra mondiale. In questo lavoro, lo studioso si districa con autorevolezza tra fonti orali, analisi filologiche, copioni, strutture delle rappresentazioni e immagini inedite

Nel 1986, affida alla rivista altre sue interessanti ricerche, la prima delle quali viene pubblicata in due appuntamenti editoriali: È successo nel Pian di Bologna. Saggio di edizione critica  (terza serie, 21, 1986, pagine 14-19) e Documenti (terza serie, 32, 1988, pagine 34-44, con una nota di Gian Paolo Borghi e un canto registrato da Giorgio Vezzani). Si tratta un’interessante analisi di testi incentrati su un tragico fatto di cronaca nera, tipico del repertorio dei cantastorie, entrato nella memoria collettiva di varie realtà territoriali.

Il saggio successivo consiste in una comunicazione che lo studioso ha presentato al 13° Congresso Internazionale di Tradizioni Popolari (Gorizia, 29 e 30 agosto 1986), che verte sul tema Canti, storie e cantastorie. Intitolato Se uditori vi piace ascoltare di un tremendo fatto la storia, analizza la cronaca cantastoriale de I fatti di Meleto (in versioni scritte e orali), legati a un efferato eccidio perpetrato durante la seconda guerra mondiale (terza serie, 28, 1987, pagine 29-35).

L’ultimo contributo che Dante Priore propone alla rivista, su specifico invito di Giorgio Vezzani, è dedicato alla memoria di Romolo Fioroni, studioso, ricercatore di tradizioni appenniniche emiliane e autore di maggi drammatici, che conobbe in occasione della conferenza a Terranuova Bracciolini, citata in precedenza (tra le testimonianze comprese in Ricordando Romolo Fioroni, terza serie, 77, 2010, pagina 45).

Su irrevocabile decisione del suo fondatore-direttore, la rivista chiuderà i battenti l’anno successivo, dopo mezzo secolo di pubblicazioni.