Federico Berti

L'asino, il leone e la colomba

CD+libretto – 2011 – NOTA – CD BN 575

 

 

Federico Berti eclettico musicista, cantante, scrittore e illustratore ha raccolto il testimone dai cantastorie emiliani attivi nella seconda metà del Novecento. Con il suo bagaglio di strumenti da suonabanda, o come direbbero i buskers “one man band” è attivo nei mercati e nelle piazze dell'Appennino bolognese in particolare nella zona di Monghidoro. Laureato al DAMS di Bologna, figlio d'arte, il padre Mario era un cantante folk degli anni Sessanta, Federico Berti da diversi anni è impegnato nella ricerca sui cantastorie e sul loro repertorio proprio per continuarne e innovarne la tradizione. Nel 2005 anche grazie a questa sua attività ha vinto il primo premio alla 11ma edizione del concorso nazionale “Giovanna Daffini” per testi inediti da cantastorie con la motivazione:” per il testo “Fantasmi in galleria”, interessante esempio di narrazione tradizionale perfettamente inserito nel terzo millennio con motivi e temi che presuppongono ricerca sul campo e impegno politico senza compromessi”.

L'ultima produzione di Federico Berti dal titolo “L'asino, il leone e la colomba”è la conferma di quanto scritto nella motivazione del premio, un lavoro accurato di ricerca raccolto nel ricco libretto che accompagna il CD e negli undici brani eseguiti insieme al contrabbassista Gabriele Ronda e a Giuliano Piazza, fisarmonicista e cantastorie lui stesso, figlio del celebre Piazza Marino, il poeta contadino caro anche a Francesco Guccini.

Una approfondita disamina sulla figura del canzonettista, così si definivano fino al 1954 i cantastorie del nord Italia, apre il libretto. Seguono altri interessanti articoli che toccano aspetti, personaggi ed argomenti al confine tra realtà e leggenda, storie e miti che spaziano dal suo Appennino a lontane terre africane.

Le sonorità dei brani del CD, in gran parte composti dalla stesso Berti, si espandono dalla musica da ballo al folk e naturalmente alla musica tradizionale dell'Appennino bolognese. Musiche e balli che ancora oggi grazie all'Associazione “E bene venga Maggio” sono vivi e presenti tra la gente della montagna, ma non solo.

La prima traccia è la Polca dei Mercati, descrive i luoghi dove in passato erano presenti i cantastorie, segue il Tango del Cellulare ispirata ad un tema classico del repertorio dei cantastorie: l'orologio. Un motivo ricco di doppi sensi e allusioni che Berti ha attualizzato sostituendolo con il cellulare. Anche Franco Trincale, cantastorie siculo – milanese, negli anni passati aveva trattato in una suo brano satirico, l'utilizzo del cellulare con una innovativa carica ….corporale per il risparmio energetico.

Nel Cd non mancano “i fatti”, le composizioni con le quali i cantastorie facevano conoscere gli avvenimenti anche nei più remoti paesi e che Federico attualizza in: “Fantasmi in Galleria “ riguardante la strage sul terno Italicus del 4 agosto 1974, e Ca' dei Santoni, episodio riferito alla Seconda Guerra Mondiale.

Altre canzoni presenti nel Cd sono Non si può fare di Giuliano Piazza, Fame e pellagra che tratta del tradimento delle speranze nate tra le classi subalterne con il Risorgimento, un contraltare alla retorica con la quale sono stati da poco celebrati i 150 anni dell'Unità d'Italia,Prilla di qua e in conclusione la Beguine amorosa. Alcuni pezzi sono stati scritti da due tra i più importanti cantastorie del Novecento: Lorenzo de Antiquis e Marino Piazza. Berti interpreta questi brani gettando un ideale ponte tra due generazioni, un omaggio a questi maestri di un antica tradizione che oggi si rinnova nelle sue composizioni.