GIORGIO GETTO VIARENGO

IL NAUFRAGIO DEL SIRIO

Una tragedia mediterranea dell'emigrazione italiana

EDIZIONI INTERNOS – Chiavari (GE) – 2016 pp. 136 - € 17,00 ww.internosedizioni.com

 

 

Oggi i naufragi e le morti nel mare Mediterraneo fanno parte di una tragica contabilità giornaliera, un bollettino al quale purtroppo ci siamo “abituati”, una classifica dei disastri che si aggiorna continuamente. Anche in passato ci furono tragedie sui mari che si sono impresse in modo indelebile nella memoria collettiva e tra questi il naufragio del piroscafo veloce Sirio, il secondo disastro in ordine di drammatica importanza del Novecento.

Su questo avvenimento e stato da poco pubblicato dalle Edizioni Internos di Chiavari il saggio di Giorgio “Getto” Viarengo: “ Il naufragio del Sirio una tragedia mediterranea dell’immigrazione italiana”

Giorgio Viarengo, ricercatore, scrittore e storico, si occupa fin dagli anni '70 di ricerche etnografiche sul territorio ligure e ha pubblicato diversi articoli e libri, alcuni come Il ramarro e la sua coda e Siam venuti a cantar Maggio recensiti su Il Cantastorie e sul nostro sito.

In questo volume ha realizzato una ricostruzione minuziosa della realtà e delle condizioni di vita delle classi subalterne in Liguria alla fine dell'800 tra contadini, questuanti ed emigranti. Dettagliata è anche la ricostruzione della tragedia, degli eventi che la precedettero e del contesto in cui avvenne il naufragio del “Sirio”.. Dalla documentazione riportata nel volume è emerso che nonostante il viaggio fosse regolare, con controlli da parte delle Autorità di partenza ed arrivo, l’organizzazione dei viaggi dei migranti già allora era un business che seguiva le stesse odierne logiche di spietato profitto economico.

La catastrofe avvenne anche per l’imprudenza del vecchio comandante , Giuseppe Picconi, che mandò, alla velocità massima, il Sirio a urtare degli scogli la cui presenza era ben nota a tutti naviganti. L’impatto avvenne alle 4 del pomeriggio del 4 agosto del 1906 a Capo de Palos , vicino a Cartagena nella regione spagnola della Murcia. Il piroscafo restò in bilico per ben 16 giorni prima di essere inghiottito dal mare.

Nelle cabine e sui ponti del Sirio potevano viaggiare più di mille persone, la gran parte era costituita dai passeggeri di terza classe, quasi tutti emigranti.

In realtà non i sa quanti fossero nell'ultimo fatale viaggio. Infatti benché il tragitto fosse autorizzato pare che il Sirio avesse imbarcato anche un folto numero di clandestini che partendo con barche dalla costa spagnola raggiungevano la nave al largo. Nel 2010 lo studioso Enrique Poblet Barcelò nel corso di una conferenza dal titolo “ El Hundimiento del Sirio”, tenutasi al Politecnico di Madrid, ha dato questi dati: 992 persone a bordo di cui 622 sopravvissuti e 370 deceduti. Anche nelle complesse operazioni di soccorso ci furono ritardi e disorganizzazione che impedirono il salvataggio di molte vite.

I superstiti italiani furono riportati in patria e il quotidiano di Genova “Il Lavoro”, si fece interprete delle proteste dei migranti scrivendo: La catastrofe, ….si è prodotta in modo da rilevare l’assoluta mancanza di resistenza del piroscafo, che appartiene al numero di quelli che avrebbero dovuto da molto tempo non esser più adibiti al trasporto degli emigranti.” Il Sirio era in servizio da più di venti anni ed era ridotto in pessime condizioni che lo rendevano non più idoneo alle lunghe navigazioni.

Furono organizzate diverse manifestazioni di protesta per questa tragedia e fu anche annunciata, come del resto accade ancora oggi, una commissione d’inchiesta . Poi tutto venne insabbiato e la vicenda assunse il contorno tipico dei misteri italiani.

A consegnarci la memoria del tragico evento sono le illustrazioni della Domenica del Corriere e i fogli volanti dei cantastorie, interpreti del sentire comune, di cui il volume offre numerosi esemplari.

L'ampia bibliografia contenuta nel libro attesta il rigore scientifico, la passione e la serietà con cui l'autore tratta il tema dell'emigrazione contro l'ignoranza e il pregiudizio del mondo d'oggi. Viarengo ha dedicato il suo lavoro a Aylan Kurdi ,il bimbo annegato nel mediterraneo, rinvenuto sulla spiaggia di Bodrun in Turchia nel settembre del 2015 la cui foto comparve sulle pagine dei quotidiani di tutto il mondo. Anche lui annegato durante il naufragio dell'imbarcazione che doveva portare la sua famiglia, originaria di Kobane in Siria, a Kos ,l'isola greca dove migliaia di profughi sbarcano con la speranza di raggiungere l'Europa, alla ricerca di una vita migliore.

 

Agosto 2016