PARTE III

 

L'OSTERIA: FRA CIBO, VINO E CANTO

 

 

                                   Capitolo 7

 

                                         La Credenza

 

 

«Una Valle a due passi da Torino, ma la città vede solo se stessa. Tutto il resto esiste in quanto grande parco di divertimento per i cittadini stressati».264

 

 

 L'osteria La Credenza, situata nel centro storico di Bussoleno dedicato alla memoria del partigiano Walter Fontan, è riconosciuta come il luogo di incontro e di socialità degli attivisti NoTAV valsusini e non solo. La Credenza apre nel 2005 e diventa spazio condiviso e punto di riferimento della protesta contro l'Alta Velocità in concomitanza alla nascita dei presìdi permanenti.265 Nicoletta Dosio, storica attivista NoTAV e gestrice dell'osteria, dichiara che La Credenza «fu di fatto il primo presidio NoTAV»266  e precisa che nel 2005 la protesta, condotta principalmente   dal

264   Chiara Sasso, Canto per la nostra Valle. Diario fra qualità della vita e prepotenza della velocità, Editrice Morra, Pianezza, 2002.

      265  Cfr. cap. 1

      266 Intervista rilasciata da Nicoletta Dosio il 14 dicembre 2015 presso Las Credenza cfr.n° 182

 

Comitato di lotta popolare di Bussoleno,267 non è ancora riuscita a raggiungere un coinvolgimento reale della popolazione locale, e sottolinea questo fatto aggiungendo, «abbiamo capito che la lotta doveva allargarsi da subito e doveva essere inclusiva e non esclusiva».268 Si sente quindi il bisogno di creare un luogo da condividere, dove ci si possa incontrare, conoscere, discutere e intessere così quelle relazioni interpersonali che sono alla base e il punto di forza del Movimento NoTAV. Nicoletta sottolinea che

«non è tanto importante da dove vieni, ma cosa fai e dove vuoi andare».269

Nicoletta Dosio ha scelto di battezzare l'osteria “La Credenza” per

rievocare un'antica regola non scritta attribuita a Dolcino da Novara e al movimento pauperistico ereticale dei Dolciniani,270 una comunità attiva tra la seconda metà del XIII e i primi anni del XIV secolo, composta da contadini e operai manifatturieri. La comunità dei Dolciniani è considerata una setta eretica, perseguitata dall'inquisizione per via della sua opposizione al potere ecclesiastico e a causa della messa in discussione della lettura del Vangelo proposta dalla Chiesa Cattolica, ritenuta falsa e non necessaria. Nicoletta ricorda che nel Medioevo «le rivolte e i cambiamenti sociali sono passati attraverso un’opzione di tipo religioso evangelico, rivendicando il

267 Cfr. n. 184

268  Ibidem.

     269  Ibidem.

270   I Dolciniani rappresentano l'estrema vicenda dei Fratelli Apostolici, movimento fondato da Gherardino Segalello di Parma, condannato per eresia e bruciato vivo nel 1300. Intorno al 1290 Dolcino da Novara si aggiunge al movimento degli Apostolici e ne prende il comando dopo la morte di Segalello. I Dolciniani, perseguitati come eretici, fuggono alle persecuzioni muovendosi dal Novarese, dal Vercellese fino al Trentino, dove Fra Dolcino incontra e si  unisce a Margherita da Trento, nota come Margherita la Bella. Si aggiunge ai Dolcinani anche Longino, nominato luogotenente. Da Trento I Dolciniani si spostano a Gattinara in Piemonte dove si dedicano alla coltivazione dei vigneti, dando origine ad una varietà ancora oggi rinomata. Ancora una volta perseguitati si rifugiano nell'Alta Val Sesia e si attestano su un altipiano impervio chiamato la Parete Calva. Nel 1305 Papa Clemente V bandisce una crociata contro i Dolciniani che si spostano nel Biellese e si stanziano sul monte ora denominato San Bernardo, ma che la voce popolare chiama ancora monte Rubello, il nome dei ribelli. Il monte Rubello viene preso d'assedio dai crociati e i Dolciniani vengono presi per fame nel 1307, dopo una lunga resistenza. Dolcino, Margherita e Longino sono catturati vivi e arsi al rogo. Nel 1907 viene eretto sul monte Rubello il cippo di Dolcino, abbattuto durante il fascismo e ricostruito nel 1974

concetto di povertà evangelica rispetto alla predicazione proposta dalla Chiesa Cattolica».271 L'antica regola de La Credenza recita «prendere da ognuno secondo le sue possibilità, dare a ognuno secondo i suoi bisogni» e la storia e il messaggio di uguaglianza e di liberazione, che la ribellione al potere ecclesiastico e feudale dei Dolciniani ha trasmesso, viene riscoperta  e riattualizzata nel XIX secolo dalle prime società operaie socialiste.272 «Ci sembrava che da lontano ci venisse questo messaggio che ripercorre tutta la Storia e che si rivolge ad una istanza di uguaglianza, di liberazione e di sintonia con gli altri esseri viventi».273 Le persecuzioni obbligano i Dolciniani a spostarsi continuamente nel Nord Italia, cercando accoglienza  e appoggio presso altre comunità in lotta contro i vescovi e i feudali per il pagamento delle decime, e a organizzare difese armate. I Dolciniani, non violenti per vocazione, scelgono infatti di autodifendersi quando il Papa Clemente V bandisce una crociata contro di loro. Un'altra massima presente nel cippo di Dolcino è una frase del Vangelo che Cristo pronuncia  al termine dell'Ultima Cena, «chi ha un mantello lo prenda e chi ha  due bisacce ne venda una e compri una spada». Un altro ruolo importante all'interno della comunità dei Dolciniani è infatti ricoperto da Longino, esperto d'armi e luogotenente di Dolcino, per cui «la visione edulcorata del “porgere l'altra guancia” per difendersi è da considerare rispetto a chi è come te, perché devi mantenere un legame di fratellanza, ma contro chi opprime ed esercita ingiustizia e prepotenza devi difenderti».274 La Credenza è inoltre nel Medioevo un Consiglio costituito dalle classi  inferiori urbane e contadine che intendono in questo modo partecipare   alle

271 Cfr. n. 266.

272 Fra Dolcino è anche punto di riferimento degli anarchici.

273 Cfr. n. 266

274 Ibidem

discussioni e alle deliberazioni del Comune cittadino,275 accusato di occuparsi esclusivamente degli interessi della classe aristocratica.

L'osteria La Credenza non nasce soltanto come esercizio commerciale, ma come un luogo di socialità, dove si può anche parlare di politica, «intesa come gestione della collettività».276 È importante disporre di un luogo dove si possa lavorare e dare supporto “materiale” alla protesta contro l'Alta Velocità. La Credenza comprende degli spazi abitativi nel piano superiore dedicati all'ospitalità per chiunque necessiti di un posto dove stare e dormire. Vi sono inoltre le sedi del sindacato COBAS e USB, del Comitato di lotta popolare di Bussoleno e di Radio NoTAV.277                                                                            

Negli spazi dell’osteria La Credenza si organizzano assemblee aperte, momenti di approfondimento culturale e di attualità, proiezioni di film, festival letterari, incontri e dibattiti, raccolte fondi per la causa NoTAV e non solo, ma anche serate musicali, come il Chant en piòla, e la cucina dell'osteria propone menù che valorizzano i prodotti stagionali locali. «Il cibo è l'altra faccia di una cultura che deve nascere dal basso, ma che è ricca e che non ha ancora ricevuto il diserbante del consumismo».278

 

 275 Il Consiglio di Credenza era costituito inizialmente da persone qualificate vicine alla classe dirigente urbana e denominate sapientes, savii, senatores, ma anche credentiari (cui creditur,  su cui fare affidamento). Alla fine del XII secolo si formano dei consigli di credenza popolari che accusano il vecchio Comune di proteggere gli interessi degli aristocratici.

276 Cfr. n. 266

      277 Insieme all'osteria, nasce anche l'Associazione culturale La Credenza
      278 cfr n° 266

    

7.2      La Radio NoTAV

 

 

La Radio NoTAV nasce nel Dicembre 2010 all'interno degli studi di Radio Blackout, una radio libera di Torino,279  su iniziativa di alcuni attivisti   della Valle di Susa ed è considerata una delle voci principali del Movimento NoTAV. Già negli anni precedenti la protesta contro l'Alta Velocità trova spazio nel palinsesto di Radio Blackout, che propone approfondimenti, riflessioni, interviste e dirette telefoniche con la Valle di Susa e permette anche di esportare le ragioni dei NoTAV fuori dal territorio torinese grazie  ai contatti con altre radio di movimento italiane. Radio Blackout si rivela inoltre uno strumento utile per altri organi d'informazione, che  si appoggiano alla redazione torinese per reperire notizie e contatti con la Val di Susa.280 «La Radio è stata utilizzata nelle sue funzioni e nei suoi aspetti più differenti: come mezzo di comunicazione, fonte d'informazione, come megafono e microfono, luogo di incontro e dibattito, come mezzo di monitoraggio e diffusione».281

Il risultato più significativo raggiunto da Radio Blackout è il coinvolgimento diretto della popolazione della Valle di Susa che, da utente passivo del mezzo radiofonico, comincia a partecipare alla redazione del programma, telefonando spontaneamente in radio per fornire informazioni, commenti e testimonianze. Nasce così l'idea di spostarsi in Valle di Susa,  per rendere più efficace il lavoro di diffusione e gestione dell'informazione  e per dare direttamente voce ai protagonisti della protesta contro l'Alta Velocità. Tutto ciò è reso possibile dall'utilizzo di softwares open-source, che permettono di poter spostare la trasmissione dagli studi da Torino al

279 Radio Black Out nasce a Torino nel 1992, legandosi strettamente ai centri sociali e al movimento di occupazione delle case. La redazione non è composta da professionisti, ma da appassionati e Radio Blackout vuole proporsi come voce alternativa ai media convenzionali, attraverso rubriche musicali, programmi d'informazione e di approfondimento e interviste in diretta. Molti attivisti NoTAV hanno raccontato in diretta le loro esperienze dai presìdi e anche le iniziative di mobilitazione NoTAV sono state seguite in diretta dagli studi di Radio Blackout. In occasione di eventi più significativi Radio Blackout va in onda ventiquattro ore su ventiquattro, ampliando i propri spazi informativi.

280 Radio Blackout riceve telefonate dagli studi della RAI, dai quotidiani torinesi e da giornalisti freelance provenienti da tutta Italia interessati ad approfondire la protesta NoTAV.

281 Csoa Askatasuna e Comitato di lotta popolare no Tav ( a cura di). No Tav la valle che resiste, Velleità Altrenative autoproduzioni, Torino 2006, pag.1 82

piano superiore del La Credenza, pur trasmettendo dalle stesse frequenze di Radio Blackout.282 I tecnici di Radio Blackout forniscono inoltre la strumentazione tecnica alla redazione di Radio NoTAV, installando uno studio mobile a Bussoleno, costituito molto semplicemente da un computer, un mixer e qualche microfono. Il fatto di possedere uno studio mobile dà la possibilità di sperimentare nel 2011 una cronaca in diretta dal presidio di Chiomonte, durante la Libera Repubblica della Maddalena.283 Le apparecchiature vengono installate all'interno di una roulotte e gli attivisti che gestiscono la diretta da Chiomonte sono fra gli ultimi ad allontanarsi  dal presidio il giorno dello sgombero. «Abbiamo lasciato la nostra  posizione dopo che la roulotte è stata invasa dal fumo dei lacrimogeni e avevamo paura che gli agenti si sarebbero “rifatti” con le  nostre attrezzature, ma non hanno distrutto niente».284 Nei giorni della Libera Repubblica della Maddalena viene anche costruita una radio pirata, Radio Maddalena, che trasmette a corto raggio in FM per tutto il mese.

In seguito all'esperienza alla Libera Repubblica della Maddalena, Radio NoTAV torna a trasmette in diretta dalla Credenza ogni giovedì   dalle 13.00 alle 14.00. La redazione della radio non è fissa e gli attivisti prestano le loro voci ai microfoni di Radio NoTAV spontaneamente, proponendo diverse rubriche d'informazione e di approfondimento, affiancate alla rassegna stampa che apre abitualmente il programma. Fra queste vi è La terra trama, un momento di approfondimento dedicato alle altre realtà di protesta italiane, che ha lasciato spazio negli ultimi mesi a Vi racconto una Storia, una rubrica proposta da Nicoletta Dosio285 che ripropone in ogni puntata storie e racconti dei protagonisti più o meno noti della Resistenza valsusina.

282  Grazie a questo software il segnale radio viene inviato direttamente a Torino e da lì trasmesso via etere e online.

    283  Cfr. cap. 1.2

    284 Intervista rilasciata da Luca Bruno il 23 ottobre 2014 presso Bussoleno (TO)

    285 Cfr n° 182

 

 7.3      Il Chant en piòla

 

Il Chant en piòla è una serata dedicata alla musica popolare ed è organizzata ormai da tre anni presso l'osteria La Credenza. Un gruppo di musicisti della Valle di Susa si dà appuntamento a La Credenza ogni terzo venerdì del mese e la partecipazione è aperta a chiunque sia appassionato di musica tradizionale e di Balfolk in genere. Le locandine che sponsorizzano mensilmente l'evento del Chant en piòla descrivono infatti la serata come  un «tavolo aperto ai musicisti di musica occitana/irlandese con cibo  e vino». Basta portare il proprio strumento e aggiungersi al tavolo che i suonatori condividono, su cui si trovano spartiti, strumenti musicali ma anche vino e cibarie, offerte ai musicisti dalla cucina de La Credenza. Nella sala principale dell'osteria vengono inoltre spostati i tavoli, in modo da lasciare spazio a ballerini, più o meno esperti, molte volte coinvolti dagli stessi musicisti, che lasciano i loro strumenti e si aggiungono a chi danza.

Paolo della Giovanna,286 musicista della Valle di Susa  e  organizzatore del Chant en piòla, racconta le motivazioni che lo hanno spinto a promuovere questa iniziativa in Valle di Susa e non solo. Da una parte c'è l'interesse e il tentativo di riscoprire e riproporre la musica  popolare a cui Paolo si avvicina fin da giovanissimo; dall'altra «il Chant  en

 

286    Paolo della Giovanna è attivista NoTAV e musicista, compositore della Valle di Susa. Nonostante gli studi di violino e composizione, porta avanti negli anni l'interesse per la musica popolare. Tra il 2008 e il 2009 Paolo compone Il Sentiero dei Franchi, un'opera costituita da brani originali e canzoni tradizionali, che coniuga un'orchestrazione di tipo classico e l'uso di strumenti popolari. Il brano originale Il Sentiero dei Franchi si propone come un inno alla Val di Susa e, pur non essendo dichiaratamente un inno NoTAV, il sentimento da cui è lo stesso di tutti quelli che amano e difendono il territorio. Una presentazione dell'opera e il testo de Il Sentiero               dei                Franchi                sono                disponibili   all'indirizzo http://www.paolodellagiovanna.com/ilsentierodeifranchi/.

 

piòla nasce per riportare in vita l'antica usanza del canto in osteria: si esce  di casa e ci si ritrova in osteria per bere vino e mangiare e poi, terminata la cena, per cantare insieme le canzoni tradizionali».287 Paolo parla di un'usanza “sana”, «che va a minare quei cambiamenti e quelle abitudini della società moderna che poco si adeguano alla vita di montagna».288 La scelta dell'orario non è infatti casuale: ci si ritrova all'osteria per l'ora di  cena intorno alle venti e la serata si conclude a mezzanotte, «si esce di casa e si va a dormire presto, com'era una volta nel rispetto della vita di montagna».289

 


Le serate musicali di Chant en piòla seguono alcune regole fondamentali. In primo luogo si suona e si canta solo musica tradizionale, attingendo ai repertori della musica occitana, franco-provenzale e celtica;  gli strumenti utilizzati sono quelli tipici della musica tradizionale europea, come la ghironda, il bouzouky, gli organetti, i flauti, i violini e le zampogne, a cui si aggiungono, anche per praticità, strumenti moderni, come chitarre e cajon. «Le percussioni tradizionali sono, o troppo ingombranti, o molto delicate, e il cajon supplisce a queste mancanze».
290 Inoltre, chi ospita l'evento fornisce gratuitamente ai musicisti cibo e vino durante il corso  della serata. Infine gli eventi del Chant en piòla, organizzati anche al di fuori della Valle di Susa, non avvengono mai a meno di cinquanta chilometri di distanza l'uno dall'altro, «nel senso che l'evento cerca di raccogliere i musicisti, i ballerini, gli appassionati di una certa area geografica».291 Il Chant en piòla è infatti un evento  organizzato mensilmente in un pub di Torino, il Murphy six nations pub, e l'obbiettivo  di Paolo è di coinvolgere anche gli appassionati delle Valli di Lanzo.

 

287  Intervista rilasciata da Paolo della Giovanna il 17 Ottobre 2014 presso Bussoleno.

288 Ibidem

289  Ibidem.

    290  Ibidem.

    291  Ibidem.

 

Paolo della Giovanna pensa inoltre di legare a ogni zona dove si svolge il Chant en piòla un evento di tipo itinerante. Un'altra parte del progetto del Chant en piòla della Valle di Susa è Il 4 Rifugi, quest'anno alla sua seconda edizione. Il 4 Rifugi prevede tre giorni di escursioni guidate sui sentieri delle montagne della Val di Susa e momenti di pausa e ristoro nei rifugi che si incontrano durante la camminata. La carovana è accompagnata da due asini, che trasportano i bagagli degli escursionisti, e da musicisti e ballerini di musica occitana e franco-provenzale.

 

Paolo ha intenzione di promuovere un percorso itinerante anche per  il Chant en piòla di Torino, dal titolo Le tre Cascine. L'idea è di spostarsi con una carovana di biciclette durante il giorno e di fermarsi nelle piazze della città e proporre musiche, canti e balli tradizionali, per poi sostare la sera nelle cascine della periferia di Torino.