Riccardo Schwamenthal è nato a Vienna in Austria nel 1937, ma vive a Bergamo dal dopoguerra. Schwamenthal svolge sin dalla giovinezza attività che testimoniano una visione della cultura ad ampio raggio: si occupa infatti di musica jazz e successivamente di ricerca sulle culture popolari e di fotografia. Quest’ultima attività funge da momento di congiunzione con le due altre grandi passioni: ne sono nate documentazioni visive di manifestazioni e oggetti della cultura materiale popolare e dei suoi protagonisti; ne è nata e si è sviluppata una quasi quarantennale produzione di fotografie di soggetto jazzistico. L’interesse di Schwamenthal per il mondo del jazz si manifesta già a partire dagli anni 1955/56, ed è rivolto all’inizio al jazz come produzione musicale.

Nel 1957 è stato tra i fondatori del Jazz Club Bergamo alle cui attività di divulgazione e organizzazione ha partecipato attivamente. La parallela passione per la fotografia lega quasi subito l’amore per la musica con quello per le immagini: Schwamenthal ha continuato a fotografare jazz, pur con qualche interruzione, compositori e musicisti, a partire da autentiche leggende come Louis Armstrong, Count Basie, Duke Ellington, Charles Mingus, Bud Powell, Eric Dolphy, John Coltrane. Li ha ascoltati a Milano ma inseguiti anche in vari paesi europei, per arrivare negli anni più vicini a noi a fissare le sue immagini nei concerti tenuti a Bergamo e nelle sue vicinanze, compresi quelli a cui partecipa nelle vesti di organizzatore, ricavandone una conoscenza approfondita del genere musicale e una molteplicità di relazioni con personaggi eminenti del jazz italiano e internazionale.

Nel 1965 incomincia a interessarsi di musica popolare: entra in contatto con il gruppo del Nuovo Canzoniere Italiano e inizia la sua attività di ricercatore. Conosce Gianni Bosio, Roberto Leydi, Michele L. Straniero, Cesare Bermani, Franco Coggiola e partecipa alla costituzione dell’Istituto Ernesto De Martino. Durante le ricerche sul campo ne documenta i vari momenti con la macchina fotografica. Diversi documenti sonori da lui registrati sul campo sono stati pubblicati su disco, ma le sue fotografie, specie di jazz, sono comparse su parecchie pubblicazioni periodiche, in diversi paesi europei, in Giappone e negli Stati Uniti, su copertine di dischi, libri e nei film Last Date, Amsterdam 1991, e The Girls In The Band, USA 2010.

Nel 2000 e 2001 ha collaborato quale consulente al Festival Internazionale Elba Isola Musicale d’Europa per quanto riguarda il programma jazzistico.
Dal 2002 al 2005 ha diretto l’Ufficio Stampa del Festival del Jazz di Bergamo.
Dal 2005 collabora con l’agenzia fotografica americana CTSimages che rappresenta nomi prestigiosi della fotografia jazzistica quali Ray Avery, Burt Goldblatt e Herman Leonard. Per la stessa agenzia cura gli archivi fotografici di due cari amici, Sergio Pedroli e Gianni Cardani.
Dal 2008 collabora all’agenzia italiana Phocus.

Oggi fa parte del comitato redazionale dei Quaderni dell’Archivio della Cultura di base del sistema bibliotecario urbano di Bergamo e del consiglio direttivo dell’Istituto Ernesto De Martino di Sesto Fiorentino.

Proprio alla fine del 2011 una sua fotografia è stata scelta fra un centinaio per il programma di sala distribuito al Kennedy Center di Washington per le solenni celebrazioni in onore del sassofonista Sonny Rollins.

Ha pubblicato con Michele L. Straniero il Dizionario dei proverbi italiani, Milano 1991 e Il corsaro Nero piange, Milano 1997, con Giovanni Mimmo Boninelli e Maria Vailati La filanda nei documenti del Fondo Ambrogio Vailati, Bergamo 1992; ha curato Si parte per destinazione ignota, Diario di naja e prigionia (1942-1945) di un militare bergamasco di Franco Facchinetti, Bergamo 1992; ha curato e tradotto con Titti Montanari Musica degenerata di Mike Zwerin, Torino 1993. Ha pubblicato saggi e articoli su “Studi e ricerche di storia contemporanea”, rivista dell’Istituto bergamasco per la storia del movimento di liberazione, “Archivio storico bergamasco”, rivista quadrimestrale del Centro Studi “Archivio Bergamasco”, sui periodici “Araberara”, “Ha Keillah”, “Ritmo”, “Settegiorni a Bergamo e altrove”, “Jazz”, “il gezzitaliano” ora “Jazzit, “Il Sismografo” e “AsAs notizie”. Attualmente le sue fotografie compaiono abbastanza regolarmente sulla rivista italiana “Musica Jazz”.

 

Sulla sua produzione fotografica hanno scritto Carlo Leidi in Repertorio dei documenti sonori originali contenuti nei nastri del fondo Riccardo Schwamenthal a cura di Mimmo Boninelli, Bergamo 1982, Carmen Tancredi su “Il Giornale di Bergamo-oggi” il 3/11/1988 nell’articolo: “Il fotografo del jazz”, Bruno Borghi su “Filo diretto” n. 26, dicembre 1992 nell’articolo: “R. Schwamenthal, non solo jazz…”, Luigi Onori su “il manifesto” il 16/2/1994 nell’articolo: “Concerti, didattica e immagini dal popolo di «Bergamo Jazz»”; si veda inoltre la presentazione non firmata alla sua mostra nel ridotto del teatro Donizetti durante «Bergamo Jazz ’94», Giorgio Rimondi in Il suono in figura. Pensare con la musica(Mantova 2008). Sulla sua attività di ricerca ha scritto Mimmo Boninelli in Repertorio dei documenti sonori originali contenuti nei nastri del fondo Riccardo Schwamenthal.

Recentemente aveva collaborato al volume a cura di Goffredo Plastino, "La musica folk. Storie, protagonisti e documenti del revival in Italia"
(Milano, Il Saggiatore, 2016) con diverse fotografie "Al primo Folk Festival" e con uno scritto "Ricordi di un fotografo ricercatore"

 

Una recente foto di Riccardo Schwamenthal scattata da Giorgio Vezzani, direttore de "Il Cantastorie" il 17 maggio 2015 allo "Spazio Gerra" di Reggio Emilia in occasione di una sua mostra di foto sul Jazz

Qui trovate una intervista a Riccardo Schwamenthal che racconta la sua vita e la sua passione per la fotografia, il jazz e la musica popolare:
https://vimeo.com/44659789
 

DALL'ARCHIVIO DE "IL CANTASTORIE"

n° 47 gennaio - giugno  1994


Registrazione originale di Riccardo Schwamenthal presso Scanzorosciate (Bg) e pubblicata nell'LP "Il Bosco degli alberi dalle Edizioni del Gallo