PiladeCantini                                                                                                         Il Manifesto del Partito Comunista in ottava rima                                     Edizioni Clichy – Firenze - 2017 -pp.88 - €. 9,90

 

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Per la collana Bastille le Edizioni Clichy propongono libri che, come obiettivo hanno quello di contribuire a modificare in senso democratico la prospettiva delle cose e l'interpretazione del mondo con titoli che si articolano su una curiosità “intelligente” e sul concetto di “inatteso”. E' il caso del lavoro di Pilade Cantini che offre il suo sguardo inedito sul mondo proletario e, a più di cento anni dalla prima traduzione che uscì in Italia nel 1891, propone il Manifesto del Partito Comunista in ottava rima . Più che una traduzione Cantini parla di “riduzione” visto che i concetti di eguaglianza e di libertà li esprime e li declina in poetici endecasillabi, tanto che la prima frase del Manifesto “Uno spettro s'aggira per l'Europa”  in ottava rima è diventato: S'aggira per l'Europa una paura..... A detta dell'autore dopo il primo verso il resto è venuto da sé: “Otto ottave in 64 versi, ma giusti e azzeccati”. Oltre alle spassose ottave il libro è arricchito da scritti storico politici, antropologici e narrativo letterari di Simona Baldanzi, Mario Cacagli,  Guido Carpi, Max Collini, Carlo Lapucci e Federico Maria Scardelli. Tutti autori toscani, tranne un emiliano, che declinano il mito sovietico sulle strade tra Firenze, Pisa e Livorno esperti in varie discipline e provenienti da diversi campi di studio che ne approfittano per riflette in modo ironico e scherzoso sulla funzione del marxismo tra le classi popolari di oggi. L'autore Pilade Cantini è nato a San Miniato nel 1972.Geometra, laureato in Storia, “campa di burocrazia e ruzza scrivendo, canticchiando e improvvisando in ottava rima”, ha scritto vari libri tra cui  Le cose si complicano, Piazza Rossa (1998),  Il Resto del Cremlino (2013) La provincia toscana ai tempi dell'Urss (2014) e annovera un disco d'esordio della Band Aeroflot  feat “Collettivo Radio Mosca” e, dulcis in fundo, collabora con la rivista satirica “Il Vernacoliere”. Con le sue ironiche ottave Cantini vuole lanciare il suo poetico contributo all'unità fra i proletari dedicando la sua opera (o operina) a Marx ed Engels per avergli fornito i contenuti. E a Marzio ed Emilio, il Matteoli e il Pallesi, suoi maestri di ottave, per avergli regalato la musica e la forma. Ultimo pensiero va agli aedi popolari che esorta così:

 

Cantastorie di tutto il mondo, cantate!

 

 

 

 

 

Settembre 2018