Ricordato Marino Piazza
nel trentennale dalla scomparsa
Il 30 giugno scorso, a Bazzano (Bologna), si è tenuto un importante evento serale: la celebrazione del celebre cantastorie Marino Piazza, anzi “Piazza Marino, poeta contadino”, secondo una sua felice autodefinizione, a trent’anni dalla sua scomparsa. I cantastorie intervenuti a rendergli omaggio hanno inoltre ampiamente dimostrato l’attualità di questa antica professione artistico-popolare, in grado di rinnovarsi, nel rispetto della tradizione, e di proporsi con autorevolezza al pubblico del terzo millennio.
Considerato tra i “maestri” dei cantastorie novecenteschi attivi in Italia Settentrionale e Centrale, Marino Piazza (Bazzano, 1909-Bologna, 1993) è unanimemente celebrato tra i protagonisti del mercato bolognese della “Piazzola”, presso il quale è stata affissa una targa-scultura, opera di Franco Armieri.
Fregiato del prestigioso titolo di “Trovatore d’Italia” nel 1970, Piazza iniziò come poeta-cantastorie a sedici anni seguendo le orme del poeta popolare modenese Emilio Uguzzoni (1874-1931), che si autodefiniva “Poeta della verità”. Il successo incontrato nei suoi esordi lo convinse a intraprendere professionalmente l’attività che, nel corso degli anni, lo vide protagonista in fiere e mercati emiliani, romagnoli e marchigiani, supportato da diversi colleghi, tra i quali Adelmo Boldrini, Lorenzo De Antiquis, Antonio Scandellari, Vincenzo Magnifico, Mario Bruzzi e Giuseppe Dian. Il suo approccio con il pubblico esprimendosi in rima baciata lo rese celebre al pari della recita delle sue “zirudelle”, ispirate alle più diverse circostanze e situazioni (cronaca, satira, storie variamente boccaccesche ecc.). Autore di centinaia e centinaia di testi, i suoi repertori non si limitarono alle “zirudelle”, ma spaziarono dalla canzone ai “fatti” di cronaca, dalla satira socio-politica alla parodia. Ispiratore, nel 1947, della nascita dell’“Associazione Italiana Cantastorie”, ricoprì per anni gli incarichi di Tesoriere e delegato per l’Emilia-Romagna. Un numero rilevante di testi di composizione sua e di altri artisti popolari fu stampato su “fogli volanti”, opuscoli e “canzonieri”, dei quali cui fu pure editore e distributore. Le difficoltà del mestiere lo indussero, negli anni ’60, a trasformarsi in venditore ambulante e a modificare l’attività tradizionale privilegiando le esibizioni sul palcoscenico in occasione di feste popolari, sagre e manifestazioni culturali. Ideò il gruppo “Gli Allegri Cantastorie” (con Antonio Scandellari, Adelmo e Dina Boldrini, Gianni Molinari). In quegli stessi anni si indirizzò anche alla realizzazione di dischi e musicassette con la sua casa discografica “Italvox”, tuttora attiva. Dal 1979 aveva iniziato la stampa del “Lunario Bolognese”, proseguita con pari successo dal figlio Giuliano e ora dal nipote Marco.
Nella serata svoltasi a Bazzano, è stato pure ricordato con stima e affetto Giuliano Piazza attraverso l’esecuzione di significativi esempi della sua fervida produzione musicale e da cantastorie fra tradizione e nuove esperienze culturali.
L’incontro è stato efficacemente introdotto da Elena Di Gioia, Delegata alla Cultura di Bologna e della Città Metropolitana, e da Marco Piazza, Consigliere del Comune di Bologna, che ha ricordato con affetto il padre Giuliano e il nonno Marino.
Brillantemente presentati dalla conduttrice Silvia Parma, si sono esibiti a invito Cesare Fauni, Giuliano Gamberini, Stefano Linari, Federico Berti, Fabio Galliani e Gianni Molinari con commenti di Gian Paolo Borghi Questi artisti hanno proposto una significativa e variegata produzione di Marino e Giuliano Piazza, unitamente a interessanti repertori personali.
Il ricordo di Marino Piazza fa parte del progetto dedicato allo spettacolo dialettale bolognese, dall’azzeccatissimo titolo “Mo sóppa che spetâcuel!” (Perbacco, che spettacolo!, promosso dal Comune e dalla Città Metropolitana di Bologna.
Marino Piazza e Lorenzo De Antiquis alla fisarmonica
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