Università degli Studi di Torino
Corso di Laurea in DAMS
Tesi di Laurea di Lucrezia Rudino
Relatore Febo Guizzi
Anno Accademico 2014/2015
Ringraziamo Lucrezia Rudino per la disponibilità alla pubblicazione della sua tesi di laurea che per la prima volta indaga in modo approfondito un aspetto non secondario : quello del canto legato al Movimento NOTAV. La difesa del territorio come bene pubblico, il conseguente movimento di protesta sviluppatosi in Valsusa da molti anni hanno visto la partecipazione attiva non solo degli abitanti, ma anche di una vasta parte dell’opinione pubblica italiana ed europea. E’ di stretta attualità, in questi giorni di fine novembre 2017, il grande rogo sviluppatosi in Valsusa e in molte altre zone che ha riportato all’attenzione pubblica il tema ambientale legato a scelte politiche che non tengono conto delle esigenze del territorio e dei suoi abitanti.
Questo lavoro evidenzia come la musica e il canto siano in grado di veicolare idee, socialità e aggregazione per far riflettere su grandi questioni. Il tema del canto sociale e politico parte da lontano e si colloca a pieno titolo nella sfera dei molteplici aspetti del mondo popolare strettamente legato all’attualità. Come scrive Cesare Bermani nella prefazione al fumetto con CD "L'Italia l'è malada":" In ogni caso il canto sociale rimane ancor oggi ben vivo e, dovunque si accenda un conflitto sociale, ecco che lì si riprende a cantare, perché nello spazio-tempo della lotta il canto è una indispensabile pratica di aggregazione e comunicazione".
Pubblichiamo il materiale in quattro puntate corrispondenti alle sezioni in cui Lucrezia Rudino ha suddiviso la ricerca.
* La musica nei presìdi
* La Musica e il canto nel corteo
* L’osteria: fra cibo, vino e canto
* Conclusioni.
La protesta contro l'Alta Velocità in Valle di Susa inizia nel 1991 con lo scopo
di contrastare una inadeguata considerazione del bene pubblico e del
territorio. Le infrastrutture per l'Alta Velocità e per l'Alta Capacità sono
contestate per via dei costi elevati, dell'impatto ambientale e dei rischi per
la salute. La lotta della Valle di Susa nasce non da un generico
dissenso contro la costruzione di una linea ferroviaria, ma si concretizza sin
da subito nella nascita di un vero e proprio movimento di protesta: il
Movimento NoTAV. Nei suoi aspetti sociali, culturali e generazionali, un
insieme molto vasto a carattere trasversale e ciò ha contribuito ad unire le
persone. Come viene sottolineato in questo lavoro, oltre che alla condivisione
di una causa, sono i luoghi e gli eventi in cui il canto e la musica NoTAV si sviluppano e si diffondono che creano sempre maggiore aggregazione.
Dopo una breve introduzione di carattere generale si passa a descrivere la musica nei presìdi evidenziando il profilo aggregante della musica per unire la comunità nei suoi aspetti identitari. La musica quindi come elemento importantissimo del presidio permanente sia di Venaus sia della Maddalena da cui ha potuto svilupparsi un vero e proprio Canzoniere NoTAV e un coro spontaneo.
Lucrezia Rudino prende in esame i molti lati della socialità del Movimento dove la musica svolge un ruolo importante di coesione e crescita. Musica in terra di Valsusa, le cui radici culturali si possono rintracciare nel canto occitano e franco provenzale, un paesaggio sonoro che include il canto popolare piemontese, dal partigiano alla canzone d’autore, dall’esperienza del gruppo torinese di “Cantacronache” e del Nuovo Canzoniere Italiano alle
parodie in una commistione di influenze che concorrono a rendere vivo il rapporto tra le persone unite da una lotta comune. La musica di protesta trova con gruppo musicale Polveriera Nobel altri modi di circolare e diffondersi attraverso un recital di canzoni e racconti che si intitola Il Morale della truppa.
Una seconda parte racconta gli aspetti musicali legati al canto all’interno dei
cortei alfine di rendere visibile e udibile la protesta descrivendo la Banda
che accompagna le manifestazioni, i cori e gli slogan. La parte terza riguarda in particolare il luogo più significativo di diffusione del canto, l’osteria de La Credenza, fra cibo e buon vino. Il “Chant en piòla” è una serata dedicata alla musica popolare organizzata ormai da tre anni presso questo luogo della convivialità valsusina.
Un gruppo di musicisti si dà appuntamento ogni terzo venerdì del mese e la
partecipazione è aperta a chiunque sia appassionato di musica tradizionale e di Balfolk. Oltre all’aggregazione tutto questo permette anche di esportare le ragioni dei NoTAV fuori dal territorio torinese grazie anche a Radio NoTAV
che nasce nel dicembre 2010 all'interno degli studi di Radio Blackout, una
radio libera di Torin, su iniziativa di alcuni attivisti.
Radio NoTav è stata adottata nelle sue funzioni e nei suoi aspetti più differenti:
come mezzo di comunicazione, fonte d'informazione, come megafono e microfono, luogo di incontro e dibattito, come strumento di monitoraggio e diffusione.
Il risultato più significativo raggiunto da Radio Blackout è il coinvolgimento diretto della popolazione della Valle di Susa che, da utente passivo del
mezzo radiofonico, comincia a partecipare alla redazione del programma,
telefonando spontaneamente in radio per fornire informazioni, commenti e
testimonianze.
La tesi oltre a presentare una ricca bibliografia e sitografia si compone di numerose interviste, raccolte in un dvd, ai protagonisti delle lotte di questi anni. Inoltre, mutuato dalla tradizione dei cantastorie, Il Canzoniere NoTav, raccoglie trenta fogli volanti relativi ai canti reinventati o attualizzati per divulgare maggiormente le tematiche del movimento. In aggiunta sono indicati cori e slogan, non trattati specificatamente nella tesi ma raccolti in forma scritta e che si riferiscono alla grande manifestazione del 22 febbraio 2014. A ricomporre il vasto quadro del movimento NoTav dove musica e aspetti aggregativi hanno grande importanza, la parte iconografica con video e immagini dei presidi riflette i momenti più significativi della lotta.
Foto redazione Il Cantastorie on line Susa 2013 e Torino 2015
INTRODUZIONE
La protesta contro l'Alta Velocità in Valle di Susa inizia nel 1991 con lo scopo di contrastare una inadeguata considerazione del bene pubblico e del territorio. Le infrastrutture per l'Alta Velocità e per l'Alta Capacità sono contestate per via dei costi elevati, dell'impatto ambientale e dei rischi per la salute. Col passare degli anni campagne informative sul web e sui social media, unite alle diverse prese di posizione di tecnici, politici ed economisti, portano la “questione TAV” al di fuori dei confini della Val di Susa. La protesta NoTAV si unisce così a molte altre realtà di lotta per la difesa del territorio attive in Italia, sino a divenire a tutti gli effetti una delle vicende simbolo del dibattito sui limiti del modello di sviluppo infrastrutturale del nostro Paese. La lotta portata avanti in Valle di Susa non nasce però da un generico dissenso contro la costruzione di una linea ferroviaria, ma si concretizza sin da subito nella nascita di un vero e proprio movimento di protesta, il Movimento NoTAV. Questo Movimento agisce sul territorio della Valle di Susa in modo trasversale e radicale, attraverso iniziative culturali e d'informazione, unite alla condivisione di luoghi ed ambienti che permettono un ampio coinvolgimento della popolazione locale. Grazie alla protesta contro l’Alta Velocità si è risvegliata sul territorio della Val di Susa un'identità forte, chiara e semplice, espressione di una comunità intera e non soltanto di una ben precisa categoria sociale, come nel caso dei movimenti studenteschi o operai, e che è condivisa indistintamente da tutte le generazioni coinvolte.
Questa identità passa attraverso un recupero della storia del territorio della Val di Susa, da sempre valle di transito, ma anche spazio di connessione ibrido fra città e montagna, in grado di ospitare stabilimenti industriali, manodopera artigianale e capace anche di proporsi come meta turistica per italiani e stranieri. Tutto ciò si traduce in una rivalutazione del passato di questo territorio, attraverso iniziative volte a ricordare e riportare in vita le tradizioni popolari cadute in disuso, così come a valorizzare la memoria storica più recente, legata particolarmente alla Resistenza partigiana, e, nel merito più specifico di questa tesi, nel generare un piccolo patrimonio culturale fatto di canzoni originali, motti e slogan, uniti ad un’originale rifunzionalizzazione del repertorio tradizionale piemontese. Nell'ambito di questa riscoperta di molti aspetti della propria identità culturale, la musica ed il canto diventano strumento di protesta, di denuncia e di manifestazione del proprio dissenso e si configurano anche come una “pratica sociale”. Dal meccanismo stesso del cantare insieme nasce una solida identità condivisa, fortificata da amicizie e altri legami interpersonali. È quindi possibile inscrivere il fenomeno della musica e dei suoni del Movimento NoTAV nella sfera del canto sociale e questa tesi intende dimostrare e analizzare come la protesta contro l'Alta Velocità abbia contribuito a riproporre e rinnovare la ricca tradizione del canto sociale italiano. Nel nostro Paese il canto sociale, inteso come espressione delle classi sociali subalterne, si sviluppa nella seconda metà del XIX secolo e diventa oggetto di ricerca storica a partire dagli anni cinquanta. Il canto sociale attraversa e racconta la Storia d’Italia, rinnovandosi e adattandosi alle varie condizioni sociali e politiche. Si diffonde attraverso la tradizione orale ed anche tramite fogli volanti, canzonieri sociali, repertori bandistici, Giornali ed opuscoli. Ad avviare negli anni cinquanta il grande lavoro di ricerca e raccolta del canto sociale italiano è il gruppo torinese dei Cantacronache. Questo impegno prosegue negli anni sessanta con il lavoro svolto dalla rivista etnomusicologica Il Nuovo Canzoniere Italiano, che, attraverso pubblicazioni di dischi e promozione di spettacoli musicali, riesce a dimostrare l'esistenza della canzone di protesta anche nel contesto italiano. Per tutti gli anni ottanta e parte del decennio successivo il canto sociale in Italia conosce una forte crisi, ma con il riemergere dei conflitti sociali, delle grandi manifestazioni di piazza e degli scioperi generali la canzone di protesta ritorna ad essere strumento di aggregazione e di espressione del dissenso. La disciplina etnomusicologica italiana pone da sempre una grande attenzione al contesto sociale e politico in cui si sviluppa il canto sociale. Gli aspetti culturali ed umani, che si trovano alla base della produzione di nuovi canti, permettono infatti di affrontare il discorso sulla funzione della musica e del canto all’interno di una comunità e di considerarli così una vera e propria pratica sociale. Nel caso specifico del Movimento NoTAV elementi cruciali di questa pratica sociale sono i luoghi e gli eventi nei quali si è concretizzata la protesta. Il Movimento NoTAV è infatti, come detto in precedenza, trasversale nei suoi aspetti sociali, culturali e generazionali, e ciò che ha contribuito a unire le persone, oltre che alla condivisione di una causa, sono i luoghi e gli eventi in cui il canto e la musica NoTAV si sviluppano e si diffondono. Sulla base di queste considerazioni l'elaborato è strutturato in tre parti principali, dedicate ciascuna ai luoghi di aggregazione e di sociabilità musicale che la protesta contro l'Alta Velocità ha consolidato. Nella prima parte l’attenzione si concentra sui presìdi NoTAV e sulle
Vi è infine un’appendice nella quale trovano spazio un elenco delle interviste, i fogli volanti del Canzoniere NoTAV, i cori e gli slogan NoTAV non esaminati in precedenza, le fotografie più rappresentative dei luoghi e dei protagonisti delle vicende musicali analizzate, insieme a quattro documenti video amatoriali girati tra il 2006 e io 2007al presidio di Venaus, un piccolo ma significativo esempio dei cosiddetti “canti al presidio”.
PRIMA PARTE: LA MUSICA NEI PRESIDI
SECONDA PARTE: LA MUSICA E IL CANTO NEL CORTEO
TERZA PARTE:L'OSTERIA TRA CIBO, VINO E CANTO
CONCLUSIONI E APPENDICE: CANZONIERE NO TAV
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